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Théâtre du Châtelet

Théâtre du Châtelet, il tempio dei Ballets Russes

Il Théâtre du Châtelet di Parigi è il palcoscenico sul quale debuttarono i Ballets Russes di Diaghilev. Oggi ospita la cerimonia di premiazione del Premio César per il cinema.

Al centro di Parigi, si trova una piazza che deve il suo nome all’antica fortezza Châtelet distrutta da Napoleone I. Place du Châtelet è sede di due importanti teatri gemelli il Théâtre de la Ville e il Théâtre du Châtelet.

Disegno a matita del Théâtre du Châtelet
Théâtre du Châtelet, 1879 architetto Gabriel Davioud

La costruzione del teatro a Place du Châtelet

Tra il 1852 e il 1870 la città di Parigi era stata protagonista di un grande progetto di trasformazione e modernizzazione per volere di Carlo Luigi Napoleone Bonaparte. Meglio conosciuto con il nome di Napoleone III, fu il presidente della Repubblica francese dal 1848 e l’Imperatore dei francesi dal 1852 al 1870. 

Napoleone III voleva dare un nuovo volto alla città di Parigi. Il suo intento era quello di migliorare le condizioni abitative delle classi più povere. Voleva anche demolire i piccoli vicoli medioevali per costruire strade più larghe e spaziose. In questo modo sarebbe stata più difficile la costruzione di barricate da parte di rivoltosi, mentre avrebbe facilitato lo spostamento dell’esercito. Inoltre, Napoleone voleva arricchire la città costruendo edifici di prestigio.

Quindi, Napoleone incaricò il barone Haussmann di predisporre e attuare il vasto piano di ristrutturazione della città di Parigi. All’interno di questo grande piano Charles Garnier costruì l’Opéra. 

Gabriel Davioud realizzò sulla Place du Châtelet due teatri gemelli, il Théâtre du Châtelet e il Théâtre de la Ville posizionati esattamente uno di fronte all’altro. Al centro della piazza si trova una fontana con una sfinge, eretta nel 1808, che commemora la vittoria di Napoleone in Egitto.

Ritratto Napoleone III
Napoleone III ritratto da Franz Xaver Winterhalter

Théâtre de la Ville, il teatro gemello

Di fronte al Théâtre du Châtelet si trova il suo teatro gemello, il Théâtre de la Ville. 

Costruito al posto dell’antica sala del Théâtre-Historique del Boulevard du Temple, ha una capacità di 1.000 posti. 

Il 25 maggio 1871 il Théâtre de la Ville venne distrutto da un incendio scoppiato a causa dei disordini avvenuti nel corso della Comune di Parigi. 

Tre anni dopo, fu ricostruito seguendo il progetto originale, ma cambiò nome: diventò Théâtre Lyrique Dramatique (1874), poi Théâtre-Historique (1875) e infine Théâtre des Nations (1879).

Nel 1898, l’attrice Sarah Bernhardt, ottenne la gestione del teatro e lo ribattezzò Théâtre Sarah Bernhardt. Questo nome fu mantenuto dal teatro fino all’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale quando, a causa delle origini ebraiche della Bernhardt, fu rinominato Théâtre de la Cité.

Nel 1968, dopo una nuova ristrutturazione, riprese il nome di Théâtre de la Ville. 

Il teatro inizialmente aveva cartelloni quasi del tutto dedicati alla musica classica. Dagli anni ’80 del secolo scorso è diventato uno dei principali protagonisti della danza contemporanea, soprattutto quella francese e belga.

Il Théâtre du Châtelet e i suoi vari nomi

Théâtre du Châtelet dipinto
Edouard Cortes, Théâtre du Châtelet

Il teatro venne inaugurato 19 aprile 1862, alla presenza dell’Imperatrice Eugenia de Montijo, con l’opera Rothomago di Adolphe d’Ennery, Clairville e Monnier.

Solamente nel 1979 il Comune di Parigi se n’è assunto la direzione. E dopo un’importante ristrutturazione il teatro ha riaperto nel 1980 con il nome di Théâtre Musical de Paris. In quegli anni vennero prodotte operette come La vie parisienne, La vedova allegra, Il pipistrello e La Fille de Madame Angot. Importanti furono anche le stagioni di opera specialmente con cicli verdiani, di opere russe e di Wagner con dei cast internazionali.  

Nel 1989  il teatro riassunse il vecchio nome di Théâtre du Châtelet.

Théâtre du Châtelet oggi

Sulla facciata del teatro figurano nove pergamene scolpite su cui sono riportate le parole: danza, opera, fiaba, musica, dramma, tragedia, commedia, vaudeville e  pantomima. 

Inserito nel patrimonio UNESCO nel 1991, il Théâtre du Châtelet ha subito 5 restauri per non perdere il suo antico splendore. 

L’ultimo importante restauro, costato 32,3 milioni di euro, è terminato nel 2019, dopo due anni e mezzo di lavori. La reception e la Grande Salle con gli stucchi, i decori in oro e lo splendido soffitto in vetro, hanno ritrovato il loro aspetto originario. 

La danza al Théâtre du Châtelet

Per i primi anni di attività, gli spettacoli messi in scena erano per la maggior parte drammi e vaudeville. Solamente nel XX secolo entrarono nella programmazione del teatro l’operetta, concerti di musica classica e popolare. Inoltre, per un breve periodo, fu la sede di proiezioni cinematografiche. 

Anche il balletto entrò nella programmazione del Théâtre du Châtelet ed ebbe un’importanza notevole nei cartelloni del teatro. 

Lo Châtelet accolse diverse compagnie internazionali come i Ballets Russes di Sergej Diaghilev e il balletto dell’attuale Teatro Mariinsky. 

Molti furono i balletti che ebbero la loro prima sul palco del Théâtre du Châtelet, tra questi ve ne elenchiamo quattro qui sotto.

Petrushka 

bozzetto di scena
Petrushka bozzetto di Benois

La prima del balletto Petrushka va in scena il 13 giugno 1911 sul palcoscenico del Théâtre du Châtelet, con musiche di Igor Stravinsky, scene e costumi di Aleksandr Benois, coreografie di Michel Fokine. 

Vaslav Nijinsky in una delle sue interpretazioni più memorabili danzò proprio nel ruolo della marionetta Petrushka insieme a Tamara Karsavina (la Ballerina), Aleksandr Orlov (il Moro) ed Enrico Cecchetti (il Burattinaio Ciarlatano). 

A causa di particolari esigenze tecniche, il balletto fu posto a inizio serata, cosa alquanto rischiosa poiché il pubblico avrebbe potuto non apprezzare da subito la rappresentazione e quindi non rimanere a vedere nemmeno i successi titoli in programma per la serata.

Nonostante alcuni critici furono spiazzati dalle musiche dissonanti e talvolta grottesche, la prima ebbe un discreto successo.

Il pomeriggio di un fauno

19 maggio 1912, un altro titolo dei Ballets Russes, ha la sua prima al Théâtre du Châtelet: L’Après-midi d’un Faune con coreografia di Vaslav Nijinsky e musica di Claude Debussy.

La trama del balletto narra di un fauno che, in un pomeriggio d’estate, si distende al sole, carico di desiderio sessuale e, rapito dal suono del suo flauto, inizia a danzare. In quel momento passano delle ninfe e il fauno si avvicina. Loro spaventate fuggono, ma una di esse rimane indietro e perde una sciarpa. Il fauno raccoglie il velo e lo alza al cielo, poi lo bacia con trasporto, vi si adagia sopra e lo possiede in un ultimo slancio erotico. 

Alla prima parigina del balletto gran parte del pubblico ovviamente si scandalizzò di fronte alla realistica scena finale e caricò Nijinsky e Diaghilev d’insulti. 

Successivamente Serge Lifar ne fece una versione in forma solistica. 

Dafni e Cloe

Con musica di Maurice Ravel e coreografia di Michel Fokine l’8 giugno 1912 andò in scena al Théâtre du Châtelet la prima rappresentazione di Dafni e Cloe con i Ballets Russes. 

Le scenografie e i costumi erano di Léon Bakst, i ruoli principali erano interpretati da Tamara Karsavina e Vaslav Nijinsky. 

Il balletto, ispirato al racconto del III secolo di Longo Sofista, narra l’amore tra il pastore Dafni e la bella Cloe, che rapita dai pirati riesce a tornare dal suo amato grazie all’intervento di Pan. I costumi erano composti da tuniche e sandali, dal momento che il coreografo Fokine si era ispirato ai profili delle danze riportati sui vasi dell’antica Grecia. Gli stessi, oltretutto, che in quel periodo portarono Isadora Duncan a ben più ampia rivoluzione.

Parade

ballerina
Ballerina in posa per Harry Lachmann per la promozione del balletto Parade dei Ballets Russes, 1917

È nel pieno della Grande Guerra, il 18 maggio 1917, che sempre a Parigi al Théâtre du Châtelet si svolge la prima di Parade. 

Al balletto collaborarono Jean Cocteau autore del libretto, il compositore Erik Satie, il coreografo russo Léonide Massine, anche nel ruolo del prestigiatore cinese, e Pablo Picasso che si occupò dei costumi, delle scene e del sipario. Quest’ultimo, dominato da uno splendido Pegaso sormontato da un’alata ballerina, sollevandosi svelava un fondale cubista con i grattacieli di New York. Due comparse, rappresentanti gli impresari, erano incapsulate in costruzioni cubiste. Un gruppo di artisti di music-hall, con una parata (da cui il titolo) cerca di invogliare le persone ad entrare a vedere lo spettacolo in teatro. Ma il pubblico assistendo allo spettacolo esterno gratuitamente, non ritiene di dover pagare il biglietto per entrare. Il prestigiatore cinese, la ragazza americana e gli acrobati con i managers cercano di convincere la folla inutilmente. Jean Cocteau disse a Satie che serviva una musica “di tutti i giorni”: lo sfondo sonoro incorporava nella partitura sirene, macchine da scrivere, motori d’aeroplani, colpi di pistola. Nel programma di sala, redatto da Guillaume Apollinaire, il poeta accennò per la prima volta al termine surrealisme. L’esito della prima fu uno scandalo spaventoso e solamente una persona tra il pubblico ne rimase incantata emozionandosi visibilmente: Marcel Proust. Questo balletto tutt’oggi è rappresentato spesso sulle scene.

Per concludere: non potrete andar via da Parigi senza aver visitato questo teatro, che negli ultimi anni ha ampliato la sua programmazione con serate di musica, musical, balletto e danza contemporanea.

In copertina: Théâtre du Châtelet, Parigi (2017)

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