logo storia della danza

La Silfide

Alban Lendorf, Louise Østergaard e Jette Buchwald in una scena de La Silfide
La Silfide (La Sylphide o Sylfiden) è il balletto che segnò l’epoca romantica. Sia nella versione francese che in quella danese il balletto continua ad essere rappresentato sulle scene di tutto il mondo.

In epoca romantica la donna era stata idealizzata, in letteratura e nell’arte, come simbolo di grazia e leggerezza. La danzatrice diventa un spirito del bosco ovvero una silfide che, dispensatrice di amori impossibili e struggenti, fa innamorare di sé un mortale.
La scenografia disegnava quindi boschi, selve e laghi illuminati da un chiarore lunare.
Il coreografo Charles Didelot aveva perfezionato l’élévation e attraverso funi che sollevavano le danzatrici in scena aveva sviluppato la coreografia su due piani: quello terrestre e quello aereo.
Danza pura e pantomima si fondevano per delineare i caratteri dei personaggi: i grandi salti erano gli elementi coreografici principali per i protagonisti maschili, mentre i piccoli salti veloci e gli infiniti arabesques caratterizzavano i movimenti delle danzatrici.

La trama di La Silfide

La storia è ambientata in Scozia e narra di una Silfide che appare al giovane James. La creatura soprannaturale implora il ragazzo di abbandonare la sua reale fidanzata Effie.
Durante i festeggiamenti prima delle nozze tra James ed Effie, la strega Magda predice che la fanciulla sposerà Gurn. Ascoltata la premonizione, James caccia via in maniera brutale la strega che decide di vendicarsi.
Proprio nel giorno del matrimonio tra i due, la Silfide con uno stratagemma ruba l’anello di nozze che James dovrà consegnare ad Effie. Lui la rincorre nel bosco e lascia Effie da sola che per lo sconforto si getta fra le braccia di Gurn. La strega per l’affronto subito da James, dona a lui una sciarpa per catturare la sua silfide. Ma il tessuto è maledetto e nel momento in cui James lo lancia sulle spalle della silfide, lei perde le ali e muore. Le altre silfidi la portano nel regno soprannaturale e anche James muore di dolore. Infine Effie come predetto dalla strega sposerà il contadino Gurn. E Magda esulterà per la sua vendetta.

ballerina
Amy Watson in Sylfiden, Royal Danish Ballet, 2014 © Costin Radu

La prima rappresentazione di La Sylphide

La prima rappresentazione de La Sylphide si ebbe all’Opéra di Parigi il 12 marzo 1832. Filippo Taglioni, insieme al suo amico tenore Adolphe Nourrit che si occupò del libretto, riprese il racconto Trilby ou le Lutin d’Argail del 1822 dello scrittore francese Charles-Emmanuel Nodier. Per far luce sulla protagonista, sua figlia Maria Taglioni, l’originale spirito maschile che andava a disturbare la moglie di un pescatore diventa uno spirito femminile. Per migliorare l’effetto delle sospensioni, Maria Taglioni fu anche la prima ad usare le scarpette da punta e fu apprezzata da tutto il pubblico per il suo aplomb straordinario.
Tra gli interpreti figurava anche Joseph Mazilier (successivamente coreografo di Le Corsaire e Paquita) nel ruolo di James.
Il costumista Eugène Lami aveva inserito le alette sulle spalle e reso i tutù più trasparenti e vaporosi per conferire ai personaggi l’immaterialità. Tutto stava conducendo verso lo stile del ballet blanc, il famoso atto senza colori dei principali balletti del Romanticismo.
La musica era composta più da Adagi che da Allegri.
Questa prima versione, con musica di Jean Schneitzhoeffer, scene e macchinari di Pierre Luc-Charles Cicéri nonostante non si sia conservata, è quella a cui i francesi preferiscono ancora oggi dare la firma.

La seconda versione che rivendica però la veridicità del balletto è quella danese Sylfiden con coreografia di August Bournonville e musica di Herman Severin von Loevenskjold. Rappresentata per la prima volta al Teatro Reale Danese di Copenaghen il 28 novembre 1836, vedeva come interpreti August Bournonville e la sua allieva prediletta Lucile Grahan. Le scene erano di Christian F. Christensen.

Alban Lendorf e il corpo di ballo in una scena de La Silfide
Alban Lendorf e il corpo di ballo in Sylfiden, Royal Danish Ballet, 2011 © Costin Radu

Altre versioni importanti di La Silfide

Degna di nota fu la versione del maggio 1832, in cui Maria Taglioni si esibì al Covent Garden di Londra insieme al fratello Paolo nella parte di James e la moglie di questi nella parte di Effie.

  • In Italia La Silfide apparve al Teatro La Fenice di Venezia nella stagione 1837-38, nella versione di Antonio Cortesi con l’interpretazione di Amalia Brognoli Samengo.
  • La danzatrice e coreografa svedese Elsa Marianne von Rosen allestì il balletto nel 1960 a Londra per il Ballet Rambert con Flemming Flindt nella parte di James.
  • Il coreografo Pierre Lacotte il 1 gennaio 1972, basandosi sulla ritrovata coreografia originale di Filippo Taglioni, presentò la sua versione di La Sylphide alla televisione francese e successivamente la portò sul palcoscenico dell’ Opéra. Questa stessa versione arrivò nel gennaio 1984 al Teatro dell’Opera di Roma con Ghislaine Thesmar e Raffaele Paganini.
  • Una nuovissima versione è quella del 2020 del Teatro Reale Danese in cui Nikolaj Hübbe ha collaborato con i dinamici scenografi Anja Vang Kragh e Mia Stensgaard per rivisitare la storia.
dipinto raffigurante Maria Taglioni in La Silfide
Achille Devéria, Maria Taglioni in La Sylphide, 1832

Curiosità sul balletto La Silfide

Maria Taglioni divenne un’icona di stile: sia nell’acconciatura à bandeaux che nell’abbigliamento con l’ampia gonna di mussola, le signore dell’epoca volevano riprodurre la Silfide per eccellenza.

La scuola danese da sempre ha conservato scrupolosamente i suoi balletti introducendoli nel repertorio. Ciò si nota per Sylfiden e prima ancora per Les caprices de Cupidon e du maître de ballet di Vincenzo Galeotti del 1786, come anche per La fille mal gardée di Jean Dauberval del 1789.

Negli anni i protagonisti di questo balletto sono stati nomi molto rilevanti per la danza come Rossella Hightower, Carla Fracci, Susan Hogard, Rudolf Nureyev, Erik Bruhn, Mario Pistoni, Peter Schaufuss.

"A partire da La Sylphide, Les Filets de Vulcain e Flore et Zéphire non furono più possibili; l’Opéra fu consegnata agli gnomi, alle ondine, alle salamandre, agli elfi, alle ninfe, alle villi, alle péri e a tutto quel popolo straniero e misterioso che si presta in modo così meraviglioso alle fantasie del maître de ballet [...]. Questo nuovo genere portò con sé un grande abuso di organza bianca, di tulle e di tarlatana; le ombre si vaporizzarono grazie a gonne trasparenti. Il bianco fu quasi l’unico colore usato."

foto archivio storico
Erik Bruhn e Carla Fracci in La Sylphide

In copertina: Alban Lendorf, Louise Østergaard e Jette Buchwald in Sylfiden, Royal Danish Ballet, 2011 © Costin Radu

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social Media

Più popolari

Ricevi le ultime notizie

Abbonati alla nostra newsletter settimanale

Niente spam, sono aggiornamenti e notifiche sui nuovi articoli

Categorie

Leggi anche

Post correlati

Carmen

Carmen: l’opera e il balletto

Carmen è l’opera più famosa di Georges Bizet. Una storia di passione, tradimenti e vendetta, tratta dall’omonima novella del 1845 dello scrittore francese Prosper Mérimée. La gelosia che sfocia in tragedia è incalzante e senza tempo con il suo groviglio di amore, passione e morte.

Cenerentola

Cenerentola: il balletto e la sua fiaba

La fiaba di Cenerentola è molto amata in Russia. Il balletto classico vide la sua prima rappresentazione presso il Teatro Bolshoi di Mosca, il 21 novembre del 1945. Ma quali sono le differenze fra il racconto e la sua versione sulle punte?

Romeo e Giulietta

Romeo e Giulietta: una storia d’amore in danza

La più famosa storia d’amore del mondo è una tragedia scritta da Shakespeare e pubblicata nel 1599. Romeo e Giulietta ha ottenuto fin da subito un grande successo: venite a scoprire le varie versioni tra teatro, balletto e musical.

Pas de Quatre

Pas de Quatre, le rivali danzano insieme

1845, per la prima volta le quattro più grandi ballerine del tempo, Maria Taglioni, Carlotta Grisi, Lucile Grahn e Fanny Cerrito appaiono sul palcoscenico insieme. Jules Perrot ha coreografato, appositamente per loro, il Pas de Quatre, un balletto divertissement, incarnazione dell’atmosfera romantica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!
Ricevi le ultime notizie

Abbonati alla nostra newsletter

Riceverai notifiche sui nuovi articoli

Informativa
Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per ottimizzare la navigazione e i servizi offerti, cliccando il pulsante Accetta acconsenti all’utilizzo dei cookie. Per informazioni sui cookie utilizzati in questo sito, visita la Privacy & cookie policy.