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due ballerini

Serge Lifar e l’ideale di perfezione

Divenne un divo per i suoi contemporanei e una fonte d’ispirazione per i coreografi dopo di lui. Ballerino, coreografo, maître de ballet, teorico, scrittore e innovatore: tutto questo fu Serge Lifar. La sua danza definì lo stile neoclassico.

Serge Lifar, il cui nome in origine era Sergei Mikhailovich Serdkin, nacque a Kiev il 2 aprile del 1905 in una famiglia borghese. Destinato ad una carriera da musicista, con lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 sognò di arruolarsi, come era tradizione nella sua famiglia. Nell’occasione in cui si gettò in mare pochi istanti prima che la nave su cui viaggiava venisse bombardata, si convinse di essere predestinato a compiere qualcosa d’importante.

Fu così che un giorno mentre accompagnava un amico all’Accademia di danza di Bronislava Nijinska, capì che quello era il suo destino. Quindi a 16 anni iniziò a studiare danza nonostante il rifiuto di Madame Nijinska che non ritenendolo all’altezza dapprima lo indirizzò ad una scuola statale, dove potesse avere accesso gratuito alle lezioni. Nel frattempo Nijinska era partita per la compagnia dei Ballets Russes e nel 1923 su richiesta di Diaghilev ebbe la possibilità d’invitare 5 dei suoi migliori allievi ad entrare nel gruppo.

La mancata partenza di uno di loro diede l’occasione di farsi avanti a Lifar. Dopo un lungo viaggio pieno d’imprevisti e un vagabondaggio per Varsavia, a 18 anni, Lifar arrivò a Parigi. S’innamorò di quella capitale così ricca di arte e francesizzò il suo nome.

Ritratto fotografico di Serge Lifar
Serge Lifar

Serge Lifar e il debutto nella compagnia dei Ballets Russes

Il primo balletto che segnò il debutto in palcoscenico di Lifar fu Les noces con musiche di Stravinsky e coreografie di Nijinska, rappresentato al Théâtre de la Gaîté Lyrique di Parigi. Nonostante la sua scarsa tecnica, Lifar fu da subito apprezzato da Sergej Diaghilev per la bellezza fuori dal comune, le belle linee e la spiccata personalità. L’impresario lo portò in viaggiò al seguito della compagnia fra Barcellona e Amsterdam, per poi tornare a Parigi e in Italia dove fu affidato alle cure del maestro Enrico Cecchetti. 

Nel 1924 interpretò il ruolo del gigolò nello spettacolo Le Train Blue con le coreografie di Nijinska ed i costumi di Coco Chanel, che misero in risalto il suo fisico perfetto: Serge Lifar divenne il favorito di Diaghilev. Dalla condivisione degli interessi artistici e delle avanguardie moderniste nacque la profonda amicizia che legò per tutta la vita Lifar e Chanel.

Sebbene avesse già incantato la platea e il mondo dello spettacolo con la sua bellezza quasi esotica, Diaghilev gli consigliò di rifarsi il naso in quanto troppo schiacciato. Così il ballerino divenne anche un mito della chirurgia plastica.

Serge Lifar e Nikitina in foto
Alicia Nikitina e Serge Lifar in La Chatte, 1927

Léonide Massine lo scelse per Les Matelots, Pas d’arcier e Ode. E quando George Balanchine divenne il coreografo principale della compagnia gli diede i ruoli principali in Barabau, La chatte, Apollon Musagète, Le Bal e Il Figliol Prodigo. Inoltre, fu protagonista delle riprese di L’Après-midi d’un faune e de L’uccello di fuoco, danzando accanto a Anna Nikitina, Olga Spessivtseva e Tamara Karsavina.

Come ballerino conquistò la critica e il pubblico danzando nelle nuove versioni di Le Spectre de la rose nel 1931 e l’anno successivo in Giselle.

Passo a due Lifar e Toumanova
Tamara Toumanova e Serge Lifar in Swan Lake, State Library of New South Wales

Il capitolo coreografico di Serge Lifar

Diaghilev nel 1929 commissionò a Lifar la sua prima coreografia per i Ballets Russes: Renard. Fu ripreso un balletto creato da Nijinska nel 1922, di cui si era persa la versione originale, basato su una vecchia favola popolare il cui soggetto era stato scritto anni prima da Stravinsky. 

Nell’agosto dello stesso anno Diaghilev morì e Balanchine ebbe una polmonite, motivo per cui l’Opéra di Parigi chiamò Lifar come coreografo per Le Creature di Prometeo di Beethoven. Con Suzanne Lorcia come ballerina e allora compagna del coreografo, lo spettacolo riscosse molto successo. 

A 25 anni, Lifar divenne maître de ballet al Palais Garnier. 

All’Opéra portò il carattere riformatore del balletto russo conquistando la critica e pubblico. La compagnia parigina, famosa per i suoi fasti passati, era allora ad un livello tecnico molto basso. Lifar apportò delle riforme assolutamente necessarie alla rinascita del balletto: ripristinò l’uso delle scarpette da punta, abbandonato a favore delle più comode mezze punte; si occupò con cura di ogni aspetto dei ruoli maschili compreso il trucco. Quindi, data la crisi economica propose di fare più serate di balletto, in quanto meno costoso dell’opera lirica.

All’epoca c’era carenza di spettacoli di danza e non esistevano serate dedicate al balletto. Per cui, creò l’evento serale settimanale I Mercoledì del Balletto: il pubblico era obbligato ad entrare in teatro prima che l’orchestra iniziasse a suonare e doveva sedersi in sala rimanendo al buio. Cosa assolutamente non comune per l’epoca.

Lifar, Diaghilev e Nouvel in spiaggia
Serge Lifar, Diaghilev e Walter Nouvel al Lido di Venezia, 1927

Lifar conquistò definitivamente il ruolo di coreografo nel 1935 con Icare. La coreografia fu rivoluzionaria in quanto ci fu il tentativo della danza di rendersi autonoma rispetto al discorso musicale limitato a soli strumenti a percussione. L’orchestra dava il ritmo alla danza e non forniva una musica. 

Risale al 1943 Suite en blanc uno dei pochi lavori senza trama, incentrato solo su variazioni, assoli e pas de deux.

Il superamento delle classiche posizioni accademiche all’interno delle coreografie fece definire il suo stile neoclassico. In aggiunta alle innovazioni coreografiche e tecniche già apportate da Nijinska e successivamente da Balanchine, aggiunse la sesta e la settima posizione dei piedi in parallelo.

L’accusa di collaborazionismo durante la seconda guerra mondiale

Scoppiò un’altra guerra nel 1939 e le truppe della Germania nazista occuparono Parigi.

Per salvare il Palais Garnier sede dell’Opéra ed evitare che finisse in uso ai soldati tedeschi, Lifar si fece carico di sorvegliare qualsiasi attività dell’edificio. In pratica, per non lasciare il teatro incustodito creò dei spettacoli per i tedeschi riuscendo a sviluppare un rapporto amichevole, nonostante in un primo momento fu creduto un ebreo da perseguitare. I francesi dall’altro canto presero molto male questa mossa e lo accusarono di collaborazionismo. Motivo per il quale il suo nome e i suoi spettacoli furono cancellati da tutti i teatri. Non potendo più ballare, né salire sul palco per ringraziare dopo lo spettacolo, fu costretto a lasciare Parigi. 

Sarà richiamato dall’Opéra solamente nel 1947 in qualità di maître de ballet e vi rimarrà sino al 1958.

Coreografo Serge Lifar in prova
Serge Lifar in Icare

Monte Carlo e il duello con il Marchese de Cuevas

Durante la pausa parigina, Lifar andò a Monte Carlo. Qui fu il direttore di una nuova compagnia il Nouveau Ballet de Monte Carlo, fondata dall’impresario cileno chiamato Marchese de Cuevas nel 1942. 

Ma Lifar e il Marchese de Cuevas ebbero delle divergenze sul repertorio. Motivo per cui, il 30 marzo 1958, alla presenza di numerosi giornalisti che testimoniarono la scena con foto e video, i due si sfidarono in un duello con la spada. La lite, originata da un disaccordo sulla ripresa del balletto Suite en blanc, terminò con la vittoria del Marchese che con i suoi 73 anni vinse contro il 54enne Lifar.

Dopo averlo colpito al braccio il Marchese disse “Pensavo di aver trafitto mio figlio” e caddero l’uno nelle braccia dell’altro.

La fine della carriera artistica di Serge Lifar

Nonostante la sua formazione non fu mai completa, Lifar si face apprezzare per le linee, l’espressività e l’oggettiva bellezza fisica.

A Parigi rimase sul palco per molto tempo e si ritirò tardivamente nel 1956 interpretando per l’ultima volta il Principe Albrecht al fianco di Yvette Chauvirèe in Giselle.

Sempre attento alla diffusione della cultura fondò nel 1947 l’Institut Chorégraphique che nel 1958 divenne Université de la Danse.

Dopo aver trascorso 30 anni all’Opéra di Parigi ed aver formato grandi danzatori come Roland Petit e Maurice Béjart, nel 1957 Lifar per divergenze con la direzione dell’Opéra di Parigi diede le dimissioni. Continuò a lavorare come coreografo ospite in Europa e in Sud America e nel 1961 tornò dopo quarant’anni nella sua città natale, Kiev.

Morì a Losanna nel 1986 all’età di 81 anni.

Il suo corpo coreografico è composto da circa 200 balletti di cui 44 prime produzioni e 15 film sulla danza. Inoltre, scrisse 20 libri, tra cui vari saggi sulla danza e sui rapporti che essa aveva con la musica, come il rivoluzionario Le Manifeste du chorégraphe del 1935. Degni di nota sono anche i due Trattati di danza accademica e la sua biografia Ma Vie.

foto ritratto
Serge Lifar, 1961

L’ampia collezione di Serge Lifar

L’artista aveva sempre collezionato tutto ciò che riguardava la danza. Tanti documenti li aveva recuperarti dall’appartamento di Diaghilev. Spinto dal bisogno di denaro, Lifar si trovò più volte a vendere parte della sua collezione:

 

Lasciò in eredità una parte della collezione tra libri, manifesti, programmi di sala, argomenti di stampa a lui dedicati, corrispondenza e opere pittoriche all’Archivio Comunale di Losanna.

Le case d'aste e la restante collezione

La restante parte fu così smembrata negli anni successivi alla sua morte:

  • Sotheby’s nel 1991 ha venduto 51 lettere di Lifar indirizzate a Diaghilev che sono state acquisite dalla Biblioteca Pubblica di New York;
  • sempre Sotheby’s nel 2002 ha venduto per 140.000 sterline un lotto costituito da migliaia di documenti relativi a Diaghilev, ai Ballets Russes e a Lifar;
  • l’Hôtel des Ventes di Ginevra nel 2012 ha venduto separatamente lettere, foto, dipinti e diversi manoscritti autografi di Jean Cocteau e una lettera di Coco Chanel, per un totale di 6 milioni di euro.Tutti i lotti, derivavano dalla tenuta della contessa Lilian Ahlefeldt-Laurvig, unica erede testamentaria di Lifar e morta nel 2008;
  • la casa d’aste Arts Talents Enchères nel 2013, ha messo in vendita gli ultimi manoscritti, disegni, dipinti, costumi.
  • infine, il 28 giugno 2016, l’ultima collezione di fotografie e il ritratto di Lofar nel balletto Jurupary sono stati venduti a Parigi dalla casa d’aste Pierre Bergé et associés.

La Fondazione Serge Lifar

La Fondazione Serge Lifar è stata creata dopo la sua morte dalla contessa Lillan Ahlefeldt-Laurvig, compagna dell’artista da oltre 30 anni e sua unica erede.

Oggi l’obiettivo della Fondazione è quello di continuare il lavoro di promozione dell’arte coreografica che Serge Lifar ha iniziato durante la sua vita. In particolare:

  • raccoglie e conserva gli oggetti appartenuti all’artista;
  • assegna il Premio Serge Lifar ai danzatori che hanno eseguito i suoi lavori o quelli di altri coreografi ispirati allo stile neoclassico;
  • garantisce la preservazione della tomba di Lifar e Lillan Ahlefeldt-Laurvig nel cimitero ortodosso di Sainte Geneviève des Bois, vicino a Parigi.

“La danza fu il mio destino e la mia luce. Le ho dato tutto. Essa mi ha dato tutto. Essa mi ha aiutato ad affrontare la grande domanda che ha governato la mia esistenza: che cosa siamo di fronte all’infinito, all’eterno? Equilibrio. Elevazione. Emozione. Non sono esse le tre virtù che ci insegna quest’arte regale - popolare - venuta dall’origine delle età, eterna come il mondo?”

In copertina: Alexandrova Danilova e Serge Lifar in Apollon Musagète, 1928

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