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Rudolf Nureyev: un talento ribelle

Rudolf Nureyev, uno dei più grandi ballerini del XX secolo, conquistò il mondo della danza con talento e personalità. Dipinto come un ribelle, un tartaro scostante con la stampa e con la gente, era in realtà un uomo intelligente e curioso, sicuro della sua arte.

Rudol’f Chametovič Nureev, nome poi traslitterato in Rudolf Nureyev, nasceva il 17 marzo 1938 in circostanze interessanti: la madre, Farida Nureeva, in viaggio per Vladivostok insieme alle altre due figlie, partoriva sulla ferrovia Transiberiana.

Rudolf stesso dirà:

“Amo ricordare le circostanze della mia nascita perché posso già distinguervi le principali direttrici della mia vita: mi sembra rivelatore il fatto che io sia nato strada facendo. Era il mio destino essere cosmopolita e di non essere a casa da nessuna parte.”

Rudolf Nureyev
Rudolf Nureyev

Il padre Hamet era un politruk, ossia commissario politico dell’esercito, un soldato, e il destino della sua famiglia dipendeva dai suoi spostamenti. Infatti, si trasferiranno dapprima a Mosca nel 1939, poi a Cisuana e nel 1942 a Ufa con uno zio. Le condizioni di vita della famiglia Nureyev negli anni della guerra erano piuttosto precarie: vivevano tutti insieme in una sola stanza, senza abbastanza cibo e soffrendo il freddo. Rudolf aveva una radio, come unica via di fuga da quella triste realtà, la cui musica trasmessa divenne fin da subito un’àncora di salvezza rispetto alle tempeste della vita.

Rudolf Nureyev
Rudolf Nureyev nel docu film di Nexo Digital

Rudolf Nureyev incontra la danza

Il regime sovietico sosteneva le attività sportive di massa, indirizzando i futuri artisti in strutture scolastiche in cui si studiava danza e spettacolo. Rudy conobbe così i balli folkloristici tipici del luogo. Ma la data decisiva che lo portò a scorgere il suo destino fu il 31 dicembre del 1945. La Compagnia di Ufa mise in scena lo spettacolo Il canto dell’airone: fu la prima volta di Rudolf a teatro. Il giorno che deciderà di voler fare il danzatore.

Nel 1949, Rudy incontrò Ana Udeltsova, ex danzatrice dei Ballets Russes di Diaghilev, con la quale iniziò ad apprende le basi della danza classica, miste a consigli e notizie sul mondo del balletto.

Quando il talento di Nureyev fu notato, gli fu chiesto di recarsi a Leningrado. Nello stesso periodo passò l’ammissione al Bolshoi di Mosca. Sarà per questioni finanziarie che deciderà di frequentare il Kirov. Dove incontrerà l’insegnante Aleksandr Puskin, figura fondamentale per lo sviluppo del suo talento. Egli vedeva in Rudy un ballerino capace di esprimersi non solo con il corpo, ma anche con l’anima.

foto teatro
Nureyev alla Scala ne Il Corsaro, 1966 © Erio Piccagliani

La stagione al Kirov

Rudolf Nureyev ancora studente, nel 1958, debuttava al Kirov nella parte del Principe Schiaccianoci e nel pas de trois de Il lago dei Cigni con Nina Jastrebova e Galina Ulanova.

La personalità del ballerino era piuttosto forte: modificava le coreografie, rifiutava le parrucche, si prendeva delle libertà che causavano invidie e critiche. Fu così richiamato per la sua condotta inappropriata durante le prove, con i compagni e con gli insegnati. Il suo rifiuto di accettare le regole era netto.

Per tale motivo, Rudy credeva di non poter partecipare alla tournée del Kirov in Occidente del 1961. Ma una giovane giornalista francese l’aveva visto ballare al Kirov e fece pressioni affinché facesse parte della compagnia russa. Così, all’ultimo momento, l’autorizzazione al viaggio gli venne concessa, anche se non avrebbe dovuto ballare la prima sera a Parigi in La Bella Addormentata. Ma anche questa volta il destino volle che il primo giorno nella capitale francese, durante le prove generali dello spettacolo, fosse presente il critico di danza René Sirvin, il quale vedendo Nureyev scrisse che il Kirov aveva una talento così magnifico che tutti sarebbero dovuti andare a vederlo. Per cui, dopo aver già incuriosito la stampa e il pubblico, Rudolf Nureyev debuttò a Parigi il 19 maggio nella parte di Solor ne La Bayadère.

La Russia e gli Stati Uniti erano in una competizione accesa tra Oriente e Occidente, tra beni materiali e cultura. Era il periodo della Guerra Fredda, ogni danzatore riceveva una serie d’informazioni su come comportarsi, cosa dire dell’Unione Sovietica, come agire in diverse situazioni. La Russia attraverso la tournée del Kirov voleva dimostrare la sua superiorità culturale. 

Rudolf Nureyev
Rudolf Nureyev

Rudolf espatria e ottiene la libertà

Alcuni esponenti del KGB accompagnarono la compagnia in tournée per assicurarsi che tutto andasse per il meglio ed evitare incidenti diplomatici spiacevoli.

Ma durante la prima tappa parigina, la personalità di Rudolf Nureyev era sempre più ribelle. Il ballerino non rispettava gli orari, usciva di nascosto con i suoi nuovi amici, Pierre Lacotte e Clara Saint, tornava la sera tardi e frequentava diversi omosessuali. Cosa che nel periodo di Stalin veniva severamente punita. All’interno del KGB esisteva addirittura un dipartimento specifico per rieducare gli omosessuali, attraverso cinque anni di campi di lavoro e con la degenza in un centro psichiatrico. L’omosessualità era considerata una malattia da eliminare.

Dopo essere stato più volte richinato in patria a causa del suo comportamento, alla fine del periodo parigino, all’aeroporto Le Bourget, mentre la compagnia si stava imbarcando per Londra, il KGB gli comunicò che lui sarebbe tornato a Mosca senza terminare la tournée. Rudy era sconvolto e convinto che ad attenderlo in patria ci fosse la prigione. Con una fuga in grande stile, Rudy corse verso le autorità francesi chiedendo asilo politico e “tradendo” il proprio Paese, dove non farà più ritorno se non 26 anni dopo, nel 1987, per l’addio alla madre.

Rudolf Nureyev
Rudolf Nureyev

Rudolf Nureyev e la Compagnia del Marchese di Cuevas

A 23 anni, dopo la sua defezione, Rudolf Nureyev si trovava quindi nelle condizioni di un rifugiato politico, che aveva perduto la sua nazionalità e che doveva stare attento alle ritorsioni dei sovietici anche quando camminava per la strada. 

Fu fortunatamente aiutato e protetto dai suoi nuovi amici e rimase per qualche settimana nascosto in un appartamento parigino per evitare ripercussioni da parte dei servizi segreti. Ma aveva bisogno di tornare a danzare.

L’Opéra di Parigi per questioni politiche non poteva permettersi di farlo salire in scena. Perciò, Clara Saint gli trovò lavoro presso la Compagnia del Marchese di Cuevas, che lo fece debuttare nel ruolo dell’Uccello Azzurro in La Bella Addormentata. Nonostante i comunisti avessero incitato il pubblico ad insorgere, Rudy ballò tra il caos, il lancio di monete e vetri rotti, che copriva la musica. Dopo quella sera però la sua popolarità crebbe così vertiginosamente che l’Unione Sovietica non potè più farlo sparire nel nulla. Rudolf Nureyev fu però definito un traditore e condannato in contumacia a 7 anni di carcere.

ballerino in scena
Nureyev come Romeo © Lelli e Masotti

Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn

Il balletto prese piede in Inghilterra durante la Guerra, come uno dei maggiori svaghi. La figura di punta del Royal Ballet era Margot Fonteyn. 

Gli inglesi chiesero a Nureyev, che nel frattempo era andato in America, se volesse danzare con Margot. Rudy sarebbe stato ospitato da Tito Arias Ambasciatore di Panama a Londra, marito di Margot. Nonostante la differenza di età di quasi vent’anni, i due danzatori formarono una coppia artistica perfetta. Salirono sul palco con Giselle il 21 febbraio del 1962, e continuarono a danzare insieme anche nel balletto Marguerite and Armand creato dal coreografo Frederick Ashton, apposta per la loro personalità. Il Sunday Times li paragonò ad Anna Pavlova e Vaslav Nijinsky.

Sempre con Giselle, nell’aprile del 1963, ottennero venti chiamate alla ribalta presso il Metropolitan Opera House. 

Nel gennaio del 1964 furono invitati in California dal San Francisco Ballet, dove ballarono i classici del repertorio romantico. Fecero il giro degli Stati Uniti: divennero famosissimi, protagonisti del jet-set, protetti dalla famiglia Kennedy, fotografati, intervistati e adulati come divi del cinema. 

Rudy e Margot danzeranno insieme fino al 1977 e il loro legame resterà indissolubile fino alla morte di lei nel 1991.

Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn
Rudy e Margot in Marguerite and Armand, 1963 © Hulton-Deutsch Collection/CORBIS

Il successo di Rudy: un dandy romantico

Rudolf Nureyev ottenne una certa stabilità artistica ed economica a partire dal 1962 con il Royal Ballet, danzando a Londra e nelle diverse tournée, distinguendosi sempre per la sua personalità eccentrica.

I media lo definirono come un dandy romantico brutale e tenero, conviviale e solitario, irritante e affascinante. Questa connessione di opposti lo rese indimenticabile, odiato e amato da colleghi e persone a lui vicine. 

Ripeteva spesso: “Credo soprattutto in me”. La sua era una fede in se stesso, una religione egocentrica contro tutto e tutti.

Nureyev in discoteca
Rudolf Nureyev allo Studio 54

La carriera di Nureyev in Italia

A Mario Porcile, il fondatore del Festival Internazionale del Balletto di Nervi, va il merito di aver portato Nureyev in Italia nel 1962. Due anni dopo fu la volta di Spoleto, dove Giancarlo Menotti aveva creato il Festival dei due Mondi nel 1958.

Nureyev ormai danzava con il Royal Ballet, ma nel 1965 anche La Scala di Milano decise che Nureyev sarebbe diventato il suo personaggio di spicco.

All’Opera di Roma ne La Silfide ci fu la consacrazione scenica con la giovanissima Carla Fracci. 

Alla fine degli anni Sessanta, Rudy si esibiva in circa 250 spettacoli all’anno. I coreografi lo ammiravano pur considerandolo inaffidabile, Nureyev infatti voleva vivere libero e non obbedire a nessuno.

Carla Fracci e Rudolf Nureyev
Insieme a Carla Fracci ne La Bella Addormentata

La vita sentimentale di Rudolf Nureyev

L’omosessualità di Rudolf all’epoca lo poneva al centro degli scandali. 

Furono diverse le sue celebri conquiste: dall’attore Anthony Pekins, alla pop star Mick Jagger fino al grande Freddy Mercury.

Rudolf ebbe però solo tre importanti relazioni nella sua vita:

  • Erik Bruhn, negli anni Sessanta. I due ballerini ebbero un rapporto molto contrastante e spesso competitivo. S’innamorarono artisticamente e sentimentalmente, pur litigando continuamente. Decisero di allontanarsi proprio per garantire una carriera migliore ad entrambi. Mantennero comunque rapporti di amicizia, tanto che Rudolf sarà l’ultimo a fare visita ad Erik prima della sua morte per un cancro nel 1986.
  • Wallace Potts, all’inizio degli anni Settanta. La relazione tra Nureyev e l’aspirante regista durò sette anni, poi i due decisero di lasciarsi per quel mix di gelosie, collere e tradimenti che erano all’ordine del giorno. Rimasero amici e sarà proprio Wallace a raccogliere l’eredità audiovisiva del ballerino.
  • Robert Tracy, negli anni Ottanta. Questo studente di ventitrè anni dell’American Ballet, gli rimarrà accanto nonostante i vari tradimenti e pur avendo scoperto la sieropositività di Rudolf. Lo sosterrà per tutta la sua lotta contro la malattia.
foto in barca
Rudolf Nureyev e Erik Bruhn

Rudolf e la svolta come coreografo

Il 18 maggio del 1966 Rudolf produsse per il lo Staatsoper di Vienna, su incarico del suo direttore Aurelio Milloss, la sua prima coreografia originale, Tancredi. Prima di allora aveva semplicemente rimesso mano a coreografie già esistenti. Nello stesso anno dovrà riallestire anche una nuova versione de La bella addormentata per la Scala di Milano.

Venti anni più tardi, creerà uno dei suoi spettacoli più belli, Cenerentolain una versione ambientata nella Hollywood degli anni Trenta, dal grandissimo successo.

Venne nominato Direttore del Corpo di Ballo dell’Opéra di Parigi, nel 1984. Ma la professione manageriale era poco soddisfacente per il ballerino e nel 1989 lascierà l’incarico.

due ballerini
Con Margot Fonteyn in Paradise Lost, 1967

Nureyev and Friends

Negli anni Settanta, Kenneth Mac Millan sostituì Frederick Ashton al Covent Garden. E Rudy fu man mano escluso dai casting. Danzerà l’ultimo Romeo e Giulietta con Margot Fonteyn nel 1976.

Già dal 1974 aveva fondato il gruppo “Nureyev and Friends” per offrire spettacoli brevi e pas de deux, danzando ciò che voleva, dove voleva e con i suoi amici. Iniziava a scegliere ruoli meno impegnativi, ma dove ancora riusciva a dare il meglio di sé. Non ascoltava chi gli suggeriva di ritirarsi per preservare la sua brillante carriera. Si paragonava a Maria Callas, la quale ormai agli sgoccioli della carriera riusciva ancora ad impressionare il pubblico, nonostante qualche nota stonata.

Rudolf Nureyev
Rudolf Nureyev in camerino

La malattia e gli ultimi anni di Rudolf Nureyev

Negli anni Ottanta la rivoluzione sessuale fece emergere un virus terribile che produsse moltissimi morti nelle comunità artistiche. Anche Rudolf Nureyev scoprì di essersi ammalato di AIDS. Lottava con la solitudine e la paura di morire, cercando in tutti i modi di contrastare la malattia con terapie sperimentali che gli permisero, a fasi alterne, di calcare ancora importanti palcoscenici.  

Riuscì a tornare a Ufa solo nel 1987, per dare addio alla madre, ormai cieca, che morirà circa tre mesi dopo.

Verso la fine dei suoi anni, non volendo rinunciare al palcoscenico, Rudy si dedicherà allo studio della direzione d’orchestra, riprendendo l’adolescenziale passione per la musica.

Nel dicembre del 1991 l’Unione Sovietica cessò di esistere. L’anno successivo, Rudolf Nureyev salirà per l’ultima volta su un palco.

appartamento
L'appartamento di Nureyev in Quai Voltaire

In ricordo di Nureyev

Nato poverissimo, Rudy morì ricchissimo, il 6 gennaio 1993, dopo aver guadagnato con un lavoro intenso e trent’anni passati da globetrotter in giro per i palchi di tutto il mondo. La rivista “Vanity Fair” ha stimato la sua fortuna in circa ottanta milioni di dollari. A cui si aggiungevano alcune proprietà immobiliari: una casa in Quai Voltaire a Parigi, un appartamento a Londra, una villa in Costa Azzurra e un attico a Monte Carlo, un ranch in Virginia, una casa a New York, una villa nel Mar dei Caraibi sull’isola di Saint-Barthélemy e infine tre ville e una torre saracena a Li Galli, quattro isolotti del piccolo arcipelago al largo della costiera amalfitana.

Venne seppellito vicino a Parigi, nel cimitero ortodosso di Sainte Geneviève des Bois, accanto a Serge Lifar. In un sepolcro ricoperto da un mosaico che riproduce un kilim kazako, ovvero un tappeto orientale tessuto come un arazzo.

Il cinema gli ha dedicato numerosi film. Tra gli ultimi usciti ricordiamo The White Crown diretto da Ralph Fiennes, che si concentra in particolare sull’episodio della sua defezione, e il film documentario Nureyev. Il genio ribelle che danzava per la libertà dei registi Jacqui e David Morris per Nexo Digital, ricco di video inediti.

Tomba Rudolf Nureyev
Tomba del ballerino Rudolf Nureyev

La Rudolf Nureyev Foundation

Dopo la morte del ballerino, come da testamento, tutti i beni furono messi all’asta e una somma fu donata a Robert Tracy. Il ricavato dell’asta finanziò la Rudolf Nureyev Foundation che dal 1999 offre supporto ai talenti della danza, finanziando iniziative culturali e sostenendo il supporto medico ai malati di AIDS.

Per saperne di più:

Lui possedeva il carisma e la semplicità di un uomo della terra e l'intoccabile fierezza degli dei.

In copertina: Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn nel documentario di Nexo Digital

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