
Marc Chagall e l’Opéra Garnier
Alessia Branco
Quando parliamo dell’Opéra Garnier la nostra mente va subito concentrandosi sull’imponenza di questo edificio, sulla maestosità artistica e architettonica. In pochi sanno che al suo interno si cela un capolavoro di Marc Chagall.
Il Palazzo Garnier, meglio conosciuto come Opéra Garnier, si trova nel IX arrondissement di Parigi e viene considerato uno dei capolavori architettonici del suo tempo. Dal 1875 è la sede del Balletto dell’Opéra di Parigi.
La costruzione dell’Opéra Garnier fu fortemente voluta da Napoleone III, in seguito ad un attentato nel quale otto membri della Corte Francese, che si accingevano ad andare a teatro, vennero uccisi da un gruppo di dissidenti. Questa tragedia spinse l’imperatore, che insieme a sua moglie era miracolosamente sfuggito agli ordigni, a desiderare un nuovo edificio. Un teatro che rispettasse i suoi standard di sicurezza. Al concorso per la sua realizzazione parteciparono più di 170 architetti, ma il vincitore fu Charles Garnier, che all’epoca era ancora un illustre sconosciuto.

La costruzione dell’Opéra Garnier
La prima pietra di uno degli edifici più grandi e rappresentativi dell’epoca, simbolo dello sfarzo parigino di fine secolo, venne posata nel 1861.
Durante gli scavi per la costruzione dell’edificio, venne scoperto un piccolo laghetto sotterraneo, ancora oggi visitabile: è qui che, nell’opera dello scrittore Gaston Leroux, si nasconde il famoso Fantasma dell’Opera.
La costruzione subì più volte ritardi e rallentamenti, anche a causa della guerra franco-prussiana, e si temette che il teatro non sarebbe mai stato terminato: tuttavia, i lavori ebbero una nuova spinta quando, nel 1873, un incendio distrusse la vecchia Opera di Parigi, rendendo sempre più pressante la necessità del nuovo teatro. Il quale fu inaugurato due anni dopo.

Marc Chagall al Palazzo Garnier
L’esterno dell’Opéra Garnier è decorato con elaborati fregi di marmo, colonne e moltissime statue, tra cui una delle più note è il gruppo scultoreo Apollo, Poesia e Musica, ad opera di Millet Aimè.
L’interno è costituito da un dedalo di corridoi, scale e pianerottoli volti ad assicurare agli spettatori la possibilità di socializzare negli intervalli degli spettacoli.
Non tutti sanno, però, che il soffitto della sala principale è ornato, dal 1964, da un dipinto di Marc Chagall.

Marc Chagall
Marc Chagall nasceva il 7 luglio 1887, a Vitebsk, un villaggio nell’attuale Bielorussia.
L’artista era di origini ebraiche (tema che rientra con frequenza nelle sue opere), cosa che non gli rese la vita facile in gioventù, nella Russia dichiaratamente antisemita dell’epoca. Quindi, nel 1923, si trasferì a Parigi, insieme alla moglie Bella (protagonista principale delle sue opere più celebri), ed ebbe modo di scoprire le correnti pittoriche delle Avanguardie europee. Inizialmente si collocò nel quadro dell’Espressionismo selvaggio russo. Però animato da una vena mistica, derivante dalla sua religione, si avvicinò successivamente al cubismo, criticandone in un secondo momento l’eccessivo attaccamento alla macchina. Infine, si appropriò di un linguaggio surreale.
Le sue opere sono caratterizzate da figure, definite “infantili”, con torsioni inverosimili. Che si staccano dal suolo, levitano e volano leggiadre in un sogno senza tempo. Mentre il colore, a poco a poco, si fa sempre più brillante, vivo e fuoriesce dai contorni, espandendosi come una macchia.

L’affresco di Marc Chagall
Commissionata a Marc Chagall, negli anni Sessanta del Novecento, su invito dell’amico André Malraux, allora Ministro degli Affari Culturali, la decorazione della cupola dell’Opéra Garnier, rappresenta uno dei più grandi capolavori dell’artista.
I pannelli di Chagall vennero presentati al pubblico, nel 1964, non senza critiche sulla coerenza stilistica della struttura. Ma alla fine, il capolavoro del nuovo soffitto della Grande Salle consisteva in 220 metri quadrati in cui l’elemento dominante era il colore. Infatti, il rosso, il giallo, il blu, il bianco e il verde circoscrivono delle sezioni in cui l’artista ha reso omaggio a 14 tra i più grandi compositori della storia della musica europea.

I dettagli del soffitto dell'Opéra Garnier
Nell’immenso dipinto del soffitto dell’Opéra Garnier è possibile distinguere la Carmen di Bizet (su sfondo rosso), dove un toro suona le corde di una chitarra. Accanto, il giallo è dedicato alla Traviata di Verdi. Seguono Orfeo e Euridice di Gluck e il Fidelio di Beethoven. Al Boris Godunov di Musorgskij, è riservata la sezione blu della circonferenza più esterna. Affianco notiamo la citazione del Flauto magico mozartiano e dall’altra parte gli spiriti delle Villi di Giselle, accompagnate poi dalla rappresentazione de Il lago dei cigni (in giallo). Infine, Stravinsky con L’Uccello di Fuoco è dominato dai colori rosso, verde e blu. Sono evidenti anche le storie d’amore (in verde) di Tristano e Isotta di Wagner e di Romeo e Giulietta di Berlioz. Seguono gli omaggi a Ravel e Debussy.
In quest’opera, la musica, la danza e il colore si mescolano come in un turbinio di emozioni, di visioni sognanti. Le figure si snodano leggere, risultano flessuose come i gesti dei più grandi ballerini, si muovono senza peso con la musica e nello spazio.
Numerosi elementi, lontani tra loro, dialogano rompendo le barriere tra discipline, secondo la fantasia visionaria dell’artista.

La ruota della vita all'Opéra di Parigi
Il soffitto dell’Opéra di Parigi, per evitare inutili critiche, venne realizzato nel più stretto riserbo, al fine di evitare sguardi troppo curiosi. Ma i critici scoprirono comunque il progetto ancora in cantiere e gridarono allo scandalo, rilanciando l’eterna diatriba tra classico e moderno.
Marc Chagall è un pittore visionario la cui arte fatta di bellezza e di grazia. Nella decorazione del soffitto dell’Opéra Garnier, la musica, la danza e la linfa vitale dell’arte si mescolano per creare un mondo divino e umano insieme.
Grazie alla sua passione per il colore, Marc Chagall crea un’euritmia dell’Universo, capace di fa muovere oggetti e creature, fondendoli insieme in uno spazio senza legge di gravità e senza limiti. Infatti, la decorazione del soffitto rievoca la Ruota della Vita, con le sue gioie e i suoi dolori, i suoi canti e le sue danze, le sue tragedie e le sue guerre, le sue rivincite e le sue rinascite.
In queste suggestioni artistiche, gli stucchi dorati e le luminarie di cristallo creano un’atmosfera magica e sognante.

La Danza e Marc Chagall
Molti artisti hanno cercato di rappresentare la danza nei loro dipinti. Come per esempio, Edgar Degas che alla fine dell’Ottocento, ci invitava a considerare gli aspetti più intimi del ballo e la fatica compiuta dalle ballerine. Se Degas propone scene vissute in un interno, i dipinti di Chagall ci invitano invece ad abbandonare la realtà e ad iniziare a sognare un nuovo mondo.
L’approccio che Marc Chagall ha avuto con la musica e la danza viene riportato anche in un altro dei suoi celebri lavori: nel dipinto La danza, del 1950.
Quest’opera ci riporta al mondo onirico dell’artista, alla memoria del suo paese natio e all’incanto di quei ricordi. Tutto diventa magico, e la danza e la musica si fondono in un unico richiamo d’amore.

Lassù nel mio dipinto ho voluto riflettere come un mazzo di fiori in uno specchio, i sogni e le creazioni di cantanti e musicisti, richiamare alla mente i movimenti del pubblico seduto sotto, con tutti i suoi vestiti colorati, e onorare i grandi compositori di opere e balletti. Talvolta ciò che si ritiene inconcepibile diventa possibile, ciò che sembra strano diventa comprensibile. I nostri sogni segreti hanno solo sete d’amore. Ho voluto rendere omaggio a Garnier lavorando qui con tutta l’anima. Ora offro quest’opera con gratitudine alla Francia e all’École de Paris, senza le quali per me non ci sarebbero stati né colori né libertà.
Marc Chagall
In copertina: Soffitto dell’Opéra Garnier di Marc Chagall
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