Le origini del Musical

Il termine musical, abbreviazione di musical comedy o musical theatre, indica un genere teatrale, ma anche cinematografico, che si avvale di più tecniche espressive artistiche – canto, danza, dramma e affini – per presentare in scena un’azione continuativa, centrata su una trama semplice ed immediata, dallo sviluppo coerente.
Ha origine dai ceti popolari della società americana e si sviluppa come una forma di teatro rivolta alle masse, coinvolgendo un pubblico molto variegato.
Il musical nasce negli Stati Uniti, poiché la popolazione era gremita di numerosi gruppi di immigrati appartenenti ad etnie differenti, che spesso non conoscevano l’inglese. Per loro, quindi lo spettacolo era rappresentato con chiarezza e risultava essere di facile comprensione.
Ma parlando di musical si devono citare tutta una serie di generi teatrali antecedenti.
Gli antenati del Musical
Gli antenati del musical, sviluppatisi nel corso del secolo precedente, sono classificabili nei generi come:
- la commedia musicale
- l’operetta
- il vaudeville
- la rivista (teatro-varietà)
- il burlesque
- il minstrel show
- la pantomima

Si trattava di generi leggeri, facilmente fruibili impostisi ai pubblici popolari di Francia, Austria ed Inghilterra. Ognuna di queste tipologie di spettacolo aveva una sua caratteristica.
La commedia musicale era incentrata su un’unica vicenda esile, a lieto fine, con melodie orecchiabili.
L’operetta, costruita secondo una struttura più prosastica, in cui le parti cantate si inframmezzavano alle scene di recitazione come numeri a sé stanti, era animata da un gusto parodistico nei confronti del mondo borghese.
Il vaudeville in America divenne una sorta di varietà, composto da esibizioni di acrobati, comici e brani cantati. Nel corso dei secoli con il termine vaudeville si designavano diversi tipi di spettacolo:
- nel XV secolo, in Francia, si indicava la località di Vau-de-Vire della Normandia dove al principio del XVI secolo sarebbero state intonate canzoni satiriche contro la dominazione straniera. Da nome di una canzone popolare, passò a indicare le canzoni inserite in un particolare spettacolo teatrale, lo spettacolo stesso e il luogo in cui lo spettacolo si svolgeva.
- nel Settecento il vocabolo si corruppe e si trasformò in voix de ville (“voce di città”). Canzoni di questo tipo venivano spesso inserite nelle commedie in prosa dei théâtres de foire (teatri da fiera), perché di facile esecuzione e note al pubblico.
- nella seconda metà dell’Ottocento, designò commedie leggere e brillanti, non necessariamente ricche di brani cantati, dense di equivoci e di situazioni piccanti.
- negli Stati Uniti il termine indicava ciò che noi chiamiamo varietà.
Le origini della Rivista, del Burlesque e del Minstrel Show
Nella rivista (teatro-varietà) è lo spettacolo in sé a contare piuttosto che il contenuto. L’importante è unire un po’ di musica, di ballo, di recitazione, di canto e saperli ben ornare con coreografie e costumi d’impatto.
Invece, il burlesque è un genere teatrale satirico, fiorito in Inghilterra nel XVII e XVIII secolo, che parodiava particolari testi, attori o generi drammatici. Nella sua evoluzione:
- a metà del XIX secolo, negli Stati Uniti, il termine burlesque designava uno spettacolo di varietà allestito con acrobati, comici e ballerine in costumi succinti;
- durante gli anni Venti e Trenta, lo spettacolo di spogliarello divenne un elemento fisso nel burlesque statunitense;
- l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione (come il cinema o la radio) o di generi (come il musical) determinò il lento ma inesorabile declino di questo tipo di spettacolo, che invece ora sta tornando in auge.

Invece, il minstrel show era una forma d’intrattenimento teatrale tipicamente statunitense:
- nato e sviluppatosi negli Stati Uniti nella prima metà dell’Ottocento, era composto da canzoni, danze e scenette comiche interpretate generalmente da attori bianchi truccati da neri;
- tra il 1850 e il 1870 il minstrel show raggiunse l’apice e addirittura dieci teatri nella sola New York erano specializzati quasi esclusivamente in questo genere di spettacolo;
- dopo il 1870 la sua popolarità scese rapidamente, e nel 1919 erano solo tre le compagnie rimaste in tutti gli Stati Uniti;
- decadde quando le produzioni sfarzose, allontanatesi dalla semplice forma originaria, si facevano sempre più simili al vaudeville e diventava sempre più difficile sostenere i costi.
Lo sviluppo della Pantomima
Tra gli antenati del Musical troviamo anche la pantomima, che era un’azione teatrale affidata all’azione mimica di un attore, accompagnata da musica e, a volte, da una voce narrante le azioni sulla scena:
- il termine deriva dal greco pantómimos = riproduzione imitativa di una totalità;
- ebbe origine probabilmente delle zone meridionali dell’Italia e fu introdotta a Roma durante l’impero di Ottaviano Augusto (primo imperatore romano, 63 a.C. – 14 d.C.);
- era una sorta di danza eseguita da un solista che, col volto coperto da una maschera, svolgeva tutte le parti gesticolando e danzando, accompagnato da un coro e un’orchestra di flauti, pifferi e cembali.
Successivamente il termine pantomima significò sia il moderno spettacolo di mimo della scuola francese novecentesca di Etienne Decroux, Marcel Marceau, Jean-Louis Barrault e Jacques Lecoq, sia la pantomima circense otto-novecentesca, con numeri mimici e acrobatici su un tema predefinito, quali ad esempio ricostruzioni belliche equestri, numeri orientali con elefanti o parodie farsesche con clown.

Le caratteristiche del Musical
Il musical è quindi una commedia teatrale che impiega l’uso di più tecniche espressive e comunicative insieme. Infatti, l’azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal canto e dalla danza che fluiscono in modo spontaneo e naturale.
Dunque gli interpreti devono saper cantare, danzare e recitare contemporaneamente. La bravura degli attori, la grazia delle ballerine, la capacità nel canto: sono queste le caratteristiche che hanno permesso la nascita e lo sviluppo di questa forma di spettacolo.
Inizialmente il musical presentava una trama puramente romantica, ma con il passare degli anni i temi hanno subito una evoluzione passando alla rappresentazione di soggetti dal carattere sociale, politico, religioso e drammatico (altro genere distintivo teatrale e cinematografico).

Gradualmente anche le canzoni si fecero più sofisticate: i compositori introdussero nuovi elementi provenienti dal jazz e dal blues, mentre i cantanti iniziarono a prestare maggiore attenzione alla tecnica di scena.
Partendo da New York e Broadway, il musical si diffuse a macchia d’olio per le grandi e piccole città degli Stati Uniti. Il pieno apogeo del musical arrivò senz’altro nel XX secolo.
Tuttavia, già nella seconda metà dell’800 è possibile riscontrare alcuni esempi di musical comedy. Si può dire con più precisione che il musical nacque il 12 settembre 1866, giorno in cui negli Usa venne messa in scena per la prima volta The Black Crook. Quest’opera fu creata dall’unione tra una compagnia di ballo e canto importata dall’Europa, con una compagnia di prosa. Tale collaborazione derivava dal fatto che la prima era rimasta senza un teatro in cui esibirsi, mentre la seconda era alle prese con una produzione che si stava rivelando assai più costosa del previsto. Superate le difficoltà economiche e organizzative ci fu la prima dello spettacolo che si svolse al Niblo’s Garden Theatre (USA).
Il Musical cinematografico
Dal 1927, la Warner Bros produsse il proto-film sonoro The Jazz Singer diretto da Alan Crosland, secondo la formula, allora inedita, di dialoghi mescolati a canzoni e accompagnamenti musicali.
Con l’introduzione del sonoro nei film, alla storia del musical teatrale si affiancò quella del musical cinematografico: da allora i due ambiti contribuirono in simbiosi alla crescita e all’evoluzione del genere.
Questo ha comportato una vera e propria impennata di notorietà del genere, grazie alla mondiale diffusione della pellicola filmica rispetto al ben più ristretto contesto del palcoscenico teatrale.

Ma il cinema ha anche agito influenzando l’evoluzione del musical con allestimenti scenografici, illuminotecnici e coreografici. Il musical costituisce davvero un genere a sé stante, dotato di convenzioni narrative e formule espressive del tutto originali ed esclusive: i personaggi possono dialogare cantando e ballando e il lavoro della macchina da presa e il montaggio conoscono una libertà sconosciuta agli altri generi.
Quando il genere musical si era ormai imposto nel cinema come nel teatro, il pubblico iniziò a pretendere una sempre maggiore innovazione.
Le Majors seppero beneficiare di questo clima:
- la MGM (Metro Goldwyn Mayer), si specializzò nella produzione di opere fastose, con gran dispiego di scenografie e costumi;
- la Warner Bros suggerì a tutte le sue star di imparare a ballare e cantare;
- la Paramount scritturò divi del music-hall (come Maurice Chevalier e Jeanette MacDonald) per produzioni eleganti e sofisticate;
- la RKO si affidò, invece, alla coppia simbolo del sogno di levità americano, Fred Astaire e Ginger Rogers.
Il musical è divenuto noto essenzialmente, ma erroneamente, per la sua dimensione cinematografica, mentre è quasi sempre, in primo luogo, uno spettacolo teatrale.
In copertina: Poster di Hurly Burly Extravaganza and Refined Vaudeville del 1899 © Library of Congress
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Alessia Branco
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