


La breakdance e lo stile urban dell’hip hop
Alessia Branco
L’hip hop è un fenomeno culturale e sociale apparso sulla scena newyorkese all’inizio degli anni Settanta. Nacque nelle zone più povere della città, dove prevaleva una popolazione ricca di etnie differenti. Non a caso l’hip hop ha influenze africane e latine.
Tutto accadde per caso. Si creò un nuovo genere musicale nel Bronx, una zona povera della grande città di New York, tra fame e voglia di riscatto, tra paura e voglia di divertirsi.
Nacquero le prime crew, ovvero dei gruppi formati principalmente dai ragazzi di strada. Si sfidavano nelle jam (riunioni di musicisti in cui venivano eseguite musiche improvvisate) ballando sui break (assoli di percussioni). Da questo termine, break, nacque l’etimologia del nome breakdance.
Le crew si sfidano soprattutto in strada. Difendevano il proprio territorio e il proprio status a colpi di danza. Sempre più ragazzini entravano a far parte di queste grandi famiglie, considerandole una valida alternativa alle gang criminali.
La breakdance è divenuta ormai uno stile riconosciuto e dal 2024 sarà anche una disciplina olimpionica.
Di seguito qualche nome che dovreste assolutamente conoscere!



Afrika Bambaataa, fondatore della cultura hip hop
Africa Bambaataa è un rapper e disc jockey, considerato il padre fondatore del rap e della cultura hip hop. Il suo brano più famoso, Planet Rock, oltre che essere una pietra miliare del genere, è comunemente usato come base per fare breakdance.
Afrika Bambaataa con la fondazione della Zulu Nation utilizzò l’hip hop per rafforzare il sentimento di comunità, in favore dell’uguaglianza, del rispetto e della giustizia sociale. Creò un mondo underground regolato dai princìpi delle Seven Infinity Lessons. Ovvero un codice di condotta, che ogni persona affiliata all’organizzazione deve conoscere e seguire. In base alle regole basilari che spiegano le origini dell’hip hop.



Breakdance tra b-boy e b-girl
Il termine b-boy (o b-girl per riferirsi alle ragazze) identifica il ballerino di breakdance, anche se ormai include chiunque faccia parte dell’area della cultura hip hop.
Si dice che sia stato coniato a New York nel 1969 da DJ Kool Herc, pioniere della musica hip hop.



Capoeira, ispirazione per la breakdance
Tra le più rilevanti fonti d’ispirazione della breakdance c’è la capoeira. Un’arte marziale dissimulata nella danza.
La capoeira affonda le sue origini nelle tecniche di lotta tribali dell’Africa centro-occidentale, ma si sviluppa in Brasile durante l’epoca coloniale, quando vengono deportati gli schiavi africani. La tradizione vuole che questi schiavi si esercitassero nella lotta, con l’intento di conquistare la libertà.
Elemento comune a qualsiasi stile di capoeira è la musica. Il ritmo del berimbau (strumento simbolo della capoeira) scandisce ogni fase del gioco nella roda, o meglio, nel cerchio di persone che si forma attorno ai due elementi che stanno danzando.



Freeze e Headspin
Un bravo b-boy deve saper fare un freeze, ovvero immobilizzarsi in una posa sospesa per alcuni istanti, in genere sulla forza delle braccia. Richiede forza, equilibrio e grande controllo. È la posizione che ha più impatto sul pubblico e sulla giuria durante una battle. Le più famose sono il chair freeze e il baby freeze.
Invece, l’headspin è una delle caratteristiche della breakdance. Si realizza tenendosi in equilibrio sulla testa e ruotando lungo l’asse verticale del corpo. Qui la spinta necessaria per generare il movimento rotatorio viene ottenuta attraverso il movimento coordinato delle braccia e delle gambe. Ci vogliono quindi tanta forza e grande equilibrio, perché l’headspin riesca al meglio. Occhio alla testa però…infatti molti breakers indossano caschetti o berretti prima di eseguire un headspin.



Locking
Il locking è uno stile chiamato originariamente Campbellocking.
Il precursore è stato Don Campbell, che ha dato vita a questa disciplina, offrendo una fonte d’ispirazione per la breakdance e la danza hip hop.
Ogni locker, così si chiamano i ballerini, deve saper costruire il proprio flow. La danza deve essere molto armonica e articolata, con movimenti spesso frenetici degli arti e del corpo, per poi immobilizzarsi immediatamente, a tempo con la musica.
Quindi, il locking è un continuo alternarsi di start&stop, ed è molto più teatrale, rispetto al breakin’. Ci vuole sempre il cappello giusto in testa e un occhio di riguardo allo stile. Tra gli eventi internazionali più rilevanti c’è sicuramente il Juste Debout.



Moonwalk
Il passo di danza più imitato, e tentato a casa da ognuno di noi, è forse il moonwalk.
La genesi di questo fenomeno pop è facile da assegnare a Michael Jackson, che ne fece un movimento icona del proprio repertorio.
Anche se il primo vero moonwalk viene attribuito intorno al 1955 a Bill Bailey, ha una storia più antica e si trova già nelle performance di cantanti jazz e swing anni Trenta.



New York City Breakers
Una crew che ha fatto la storia della breakdance è la New York City Breakers. Che ha registrato la sua prima performance durante la trasmissione tv The Merv Griffin Show. Poi la crew è apparsa anche nel primo programma televisivo sull’hip hop, Grafitti Rock.
Questa crew verrà anche ricordata per essere stata la prima ad esibirsi davanti ad un Presidente americano, nello specifico Ronald Reagan, durante i Kennedy Center Honors nel 1984. La performance è rimasta nella storia come uno dei momenti cruciali per l’accettazione della cultura hip hop presso l’opinione pubblica americana.



Il Guinness dei Primati
Nel 2015, un campione di breakdance italiano è entrato nel Guinness World Record: Stefano Maso, nella categoria halo, ha realizzato 49 giri sulla testa. Senza mai fermarsi e soprattutto senza cappello, ha battuto Miroslav Balog che deteneva il record con 40 giri.
Mentre il suo istruttore, Massimo Bet, aveva vinto il record per 42 airflair, durante l’edizione del 2009 de Lo show dei record, in onda su Canale 5.
La Breakdance tra cinema e Olimpiadi
Nel celebre film Flashdance, del 1983, la protagonista Jennifer Beals sta passeggiando per le strade di New York e ad un certo punto si ferma incantata ad osservare alcuni ragazzi che stanno ballando una strana danza, acrobatica e spettacolare. È la breakdance.
Dalle strade di New York, la breakdance è approdata in tv e al cinema con una serie di film, tra cui Step Up, che dal 2006 al 2019 ha prodotto 5 sequel più lo spin-off, Breaking Dance.
E ora la breakdance sta per arrivare alle Olimpiadi. Infatti, dopo i test positivi alle Olimpiadi della Gioventù 2018 di Buenos Aires, il Comitato Olimpico Internazionale ha inserito ufficialmente questa disciplina nel programma. Le prime gare verranno disputate in occasione dei giochi di Parigi 2024.



Sapete quale altro stile di danza, simbolo di una sottocultura e nato dalla strada, è arrivato oggi ad essere riconosciuto nel mondo? Il Voguing!
Per saperne di più:
Jeff Chang, Can’t stop won’t stop. L’incredibile storia sociale dell’hip-hop, Editore ShaKe, 2009
Davide Fant, Pedagogia hip-hop. Gioco, esperienza, resistenza, Carocci editore, 2015
In copertina: Crew Waffle NYC
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