
Ida Rubinstein: ballerina, attrice e mecenate
Noemi Sammarco
Ida Rubinstein nacque il 5 ottobre 1883 a Kharkov, un vivace centro industriale dell’Ucraina. Era la più giovane dei quattro figli di Leon Romanovich Rubinstein e sua moglie Ernestina Isaakovna Van Jung. La sua era una ricca famiglia di banchieri e commercianti ebrei.
Nel 1892 Ida rimase orfana ed insieme alla sorella maggiore Rashel (più tardi conosciuta come Irène) fu mandata a vivere con una cugina a San Pietroburgo. Qui iniziò a studiare arte drammatica con noti maestri russi dell’arte scenica, fra cui Ozorovskij.
A San Pietroburgo, nel 1904 debutta nel ruolo di Antigone dall’omonima tragedia di Sofocle.
Il successo ottenuto la spinge a perseverare sulla strada intrapresa contro il parere della famiglia, contraria ad una carriera teatrale professionale.

L' incontro tra Michel Fokine e Ida Rubinstein
Alla morte dei genitori Ida Rubinstein eredita un cospicuo patrimonio, ma sotto la tutela dei parenti fino al suo matrimonio.
Per questo decide di sposare un cugino, pur solo nominalmente, in modo da poter disporre liberamente del suo patrimonio.
Grazie ai suoi cospicui fondi può dedicarsi alla messinscena della Salomè di Oscar Wilde. Ma il testo, considerato scandaloso, trova grandi difficoltà nella realizzazione.
La Rubinstein si occupa di tutta l’organizzazione dello spettacolo: affitta il teatro, commissiona la partitura musicale a Glazunov, le scene e i costumi a Bakst, la regia a Mejerchol’d. E per le coreografie si rivolge a Fokine. Da quest’ultimo la Rubinstein comincia a prendere lezioni di danza.
Ida Rubistein, pur iniziando a studiare danza classica in età adulta, riesce grazie ad una ferrea volontà a diventare una discreta ballerina.
La prima di Salomè è uno scandalo. Lo spettacolo va in scena il 16 novembre 1908 sotto forma di rappresentazione muta. E Ida Rubinstein, con la danza dei sette veli, turba il pubblico rimanendo in scena solamente con un reggiseno e una gonna di perline.
Dopo la rappresentazione la censura entra in azione e lo spettacolo viene bandito.
Ida Rubinstein e i Ballets Russes
Quel 16 novembre, tra il pubblico della Salomè, vi è anche l’impresario Diaghilev. Il quale rimane impressionato dalla spregiudicatezza di Ida Rubinstein. Così la ingaggia nella sua compagnia per la prima stagione dei Ballets Russes a Parigi, con il ruolo di mima drammatica.
Nel maggio 1909, al Teatro Châtelet di Parigi, Ida Rubinstein è la protagonista di Cléopâtre, uno dei più eclatanti successi della stagione.
Successo che si riconfermerà l’anno seguente con Shéhérazade in cui Ida impersona la sultana Zobeide e danza al fianco di Vaslav Nijinsky. Shéhérazade è un balletto basato sulla prima storia delle Mille e una notte, coreografato da Michel Fokine e scritto da Léon Bakst e dalla stessa Rubinstein.
Lo spettacolo fu ammirato all’epoca per il suo sontuoso allestimento e per la sua sensualità.
Cléopâtre e Shéhérazade vennero messe in scena anche in Italia, alla Scala di Milano. Entrambi i balletti destarono scandalo tra il pubblico e vennero censurati.

Ida Rubinstein e D’Annunzio
A Parigi d’Annunzio vide Ida Rubinstein a teatro e ne rimase folgorato. Aveva finalmente trovato l’interprete ideale per il suo San Sebastiano.
La Rubinstein decide di lasciare i Ballets Russes, e grazie alle sue finanze fonda una compagnia, dove intraprende una carriera come direttrice artistica, mecenate, e attrice-performer.
La Rubinstein userà il suo patrimonio per finanziare le costose produzioni dannunziane, ingaggiando artisti di altissimo livello.
D’Annunzio creerà parti su misura per lei, consentendole di mostrare la versatilità del suo talento, inserendo, alcuni episodi di danza.
Ha così inizio il sodalizio tra Ida e D’Annunzio: i due, oltre che uniti artisticamente, furono a lungo anche amanti.
Il 22 maggio del 1911, presso il Théâtre du Châtelet, viene messo in scena Le martyre de Saint Sébastien (Il martirio di San Sebastiano). Scritto da Gabriele d’Annunzio, con musiche di Claude Debussy, scenografie e costumi di Léon Bakst e coreografie di Fokine.
La durata dell’intera opera raggiunge le cinque ore. Quella sera tra il pubblico è presente anche Marcel Proust, accompagnato da Robert de Montesquiou-Fézensac, che coprirà la produzione di lodi. Invece l’arcivescovo di Parigi chiede ai cattolici di non andare in teatro, perché la parte di san Sebastiano è affidata ad una donna, per di più ebrea.
Il Vate e Ida Rubinstein lavorarono insieme ad altre opere, come La Pisanelle e la riedizione cinematografica della tragedia La nave. Prodotta dalla Ambrosio Film di Torino e diretta dal figlio Gabriellino, d’Annunzio volle la Rubinstein come protagonista.

Gli anni Venti
Agli inizi degli anni Venti la Rubinstein inizia un importante sodalizio con Jacques Rouché, il dinamico direttore dell’Opéra di Parigi.
Inoltre, gli anni Venti, sono gli anni della sua consacrazione come attrice grazie ad una serie di interpretazioni memorabili che si succedono a ritmo incalzante. Antonio e Cleopatra (1920) la tragedia di Shakespeare, tradotta da Gide con partitura musicale di Florent Schmitt; la Fedra (1923) di D’Annunzio tradotta in francese da André Doderet, che andrà in scena con musica di Ildebrando Pizzetti; La Dame aux Camélias (1923) di Alexandre Dumas e L’Idiot (1925) di Dostoevskij, adattato per il teatro da Fernand Nozière e Wladimir Bienstock.
Ida Rubinstein, in questi anni, studia danza con Rosita Mauri, sino a raggiungere un buon livello nella tecnica accademica. Abbandonato il ruolo di danzatrice esotica, che le aveva dato la fama ai suoi esordi, la Rubinstein cerca ora d’imporsi come ballerina classica, esibendosi sulle punte in spettacoli come La Tragédie de Salomé (1919), Artémis troublée (1922), Istar (1924) e Orphée (1926).

1928, la compagnia di Ida Rubinstein
Nel 1928 la Rubinstein decide di fondare una nuova compagnia. Vuole come coreografa Bronislava Nijinska artista straordinaria e sorella del grande Vaslav.
Le due donne portano in scena spettacoli come: La principessa Cigno, Le nozze di Amore e Psiche, Notturno, La Bien-Aimèe e tre titoli destinati a lasciare il segno: Bolero, Il bacio della fata, La Valse.

Bolero
All’Opéra National de Paris il 22 novembre 1928 c’è la prima del Bolero, diretto da Walther Straram con musiche di Ravel, coreografia di Bronislava Nijinska. La protagonista è Ida Rubinstein, le scene e i costumi sono realizzati da Aleksandr Benois.
Nella coreografia la Rubinstein ostenta la sua bellezza e seduttività: danza su un tavolo rotondo, circondata da uomini che si avvicinano a lei sempre di più, con il crescere della musica.
Il Bacio della fata
Sempre all’Opéra di Parigi, cinque giorni dopo la prima del Bolero, è Il Bacio della fata che conquista la scena. Lo spettacolo con scene e costumi di Aleksandr Benois, su libretto da Hans Christian Andersen, è sostenuto dalla musica di Igor Stravinskij. Bronislava Nijinska, la coreografa, traduce in danza la fiaba del giovane che viene salvato dalla morte dal bacio della Fata dei Ghiacci.
La compagnia della Rubinstein rappresentò più volte il balletto con la stessa Ida nelle vesti della Fata dei Ghiacci.
La valse
L’ idea originale del balletto risale al 1906, quanto venne pensato da Maurice Ravel, ma la partitura fu terminata solo nel 1920, su commissione di Sergej Diaghilev. L’impresario dei Ballets Russes però la rifiutò poiché, secondo lui, non si prestava ad essere danzata, ma solo ascoltata in concerto. Non fu dello stesso avviso Ida Rubinstein, che fece coreografare l’opera a Bronislava Nijinska, commissionando le scene e i costumi ad Aleksandr Benois.

Il ritiro dalle scene
Nel 1935, Ida Rubinstein si ritirò a vita privata e cedette all’Opéra di Parigi tutti i balletti, anche gli ultimi da lei commissionati, come Perséphone del 1934 con la coreografia del tedesco Kurt Jooss, Diane de Poitiers e Sémiramis di Fokine e Amphion di Léonide Massine e Paul Valery (1931).
Nel 1934, il governo francese le conferì la Legion d’Onore, e poi nel 1939 la Gran Croce della Legione. Inoltre, nel 1935 le venne conferita la cittadinanza francese.
Nel 1940, con l’invasione tedesca in Francia, abbandonò il paese per recarsi in Inghilterra, dove, come volontaria, aiutò i soldati feriti in guerra fino al 1944.
Dopo la guerra tornò in Francia e andò a vivere a Vence, dove morì nel 1960.
Ida Rubinstein non fu una ballerina dalle spiccate doti tecniche, tuttavia aveva un’enorme presenza scenica e grazie al suo mecenatismo furono messe in scena incredibili opere. Inoltre, portò sul palcoscenico, non solo il talento della Nijinska ma anche quello di ballerini che in futuro sarebbero diventati famosi, come Roman Jasinskij, David Lichine, Nina Verchina, Natalie Krassovska e il futuro direttore e primo coreografo del Royal Ballet, Frederick Ashton.
Per saperne di più:
- Donald Flanell Friedman, Ida Rubinstein Le roman d’une vie d’artist, Salvator, 2011
Ida Rubinstein è così parca di movenze, così semplice nei suoi gesti, così plasticamente statuaria nei suoi atteggiamenti e così attraente sempre, anche quando sia - nelle vicende sceniche - elemento, e non centro dell'azione.
Adriano Lualdi, su Il Secolo. La Sera, 1929
In copertina: Ida Rubinstein è Zobeide in Shéhérazade (1910), Ballets Russes
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