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foto Galina Ulanova

Galina Ulanova tra passato e attualità

Galina Ulanova fu una delle danzatrici sovietiche più importanti del XX secolo. Ballerina drammatica e dalle grandi capacità mimiche, riuscì ad affascinare il mondo russo e occidentale, intrecciando l’emozione del gesto alla tecnica del movimento.

Galina Sergeevna Ulanova nasce l’8 Gennaio 1910 a San Pietroburgo. Figlia di due danzatori, Sergej Ulanov e Maria Romanova, inizia fin da subito a muovere i primi passi nell’ambito coreutico. 

Galina studia presso la Scuola Coreografica di Leningrado, inizialmente con la madre e poi con Agrippina Vaganova. Nel 1928, anno del diploma, danza in Chopiniana di Fokine e come Fata Confetto nel divertissement de Lo Schiaccianoci. Nello stesso anno, a diciotto anni, entra a far parte della Compagnia dell’Opera di Stato e del Teatro di Balletto di Leningrado, successivamente chiamato Teatro Kirov e poi fino ad oggi Teatro Mariinsky. 

Galina Ulanova
Galina Ulanova nel 1928

I grandi ruoli di Galina Ulanova

A Leningrado, Galina Ulanova inizia ad interpretare i grandi ruoli del repertorio classico quali:

  • Odette ne Il Lago dei cigni del 1929;
  • Giselle nell’omonimo balletto nel 1932;
  • Maria in La Fontana di Backhchisarai del 1934;
  • Masha ne Lo Schiaccianoci del 1934;
  • Giulietta in Romeo e Giulietta nel 1940;
  • Aurora ne La Bella addormentata del 1940, balletto in cui aveva già debuttato nella parte della Principessa Florina nel 1928;
  • Cenerentola del 1944.

Nel 1944 deve trasferirsi al Teatro Bolshoi di Mosca come solista. Proprio in questo periodo, e ancor di più negli anni Cinquanta, si afferma come danzatrice a livello internazionale in Europa, in Giappone, negli Stati Uniti e in Canada.

Inoltre, Galina prende parte a vari film: Ballet Solist (1946), Grand Concert (1951), Concert of Masters of Arts (1952), Russian Ballet Stars (1953) e il film-balletto Romeo e Giulietta (1954). 

Durante gli ultimi anni della sua carriera si dedica all’insegnamento e diviene protagonista anche di documentari: Galina Ulanova (1963) e il film televisivo Ulanova’s World (1981).

foto con barboncino
Galina Ulanova con il suo barboncino Bolshoi

Le critiche iniziali su Galina Ulanova

Galina Ulanova non ottiene subito un grande successo. Dopo il diploma molti critici continuano a non darle fiducia, definendola timida e insicura. 

I suoi arabesque sono poco brillanti, i suoi jetés piccoli, come se la ballerina non danzasse al massimo delle sue possibilità.

Nonostante i suoi limiti fisici, Galina riuscirà però a differenziarsi grazie al suo naturale approccio drammatico al balletto e alle sue interpretazioni ricche di teatralità.

Il successo di Giselle

Nell’interpretazione di Giselle Galina Ulanova consacra il suo successo come danzatrice. Il balletto mette in risalto tutto il suo talento teatrale.

Tale ruolo la accompagnerà per molti anni a partire dalla sua terza stagione al Kirov (1932-33) fino alla popolarità anche in Occidente.

Con il suo lirismo e la sua capacità di sapersi fondere con il personaggio, Galina Ulanova è la massima esponente lirica del balletto del XX secolo. 

Una danzatrice lirica non porta in scena soltanto la tecnica, ma è capace d’interpretare il suo ruolo dando significato anche ad un semplice gesto o sguardo.

La ballerina sovietica danza una Giselle innamorata, ricca di sfumature umane, dove a sorprendere non è una gamba sollevata con un collo del piede perfetto, ma un movimento minimo di spalle o un saltello leggiadro. 

I particolari fanno di Galina una perfetta ed emozionante Giselle di sedici anni, nonostante interpreti il ruolo anche a quarant’anni.

Quindi, si assiste ad una fusione tra tecnica classica e performance drammatica, strettamente coerente con la lezione di Stanislavsky. Quest’ultimo dagli anni Trenta, in Russia, detta consigli fondamentali sull’interpretazione del personaggio in ambito teatrale.

Galina Ulanova
Galina Ulanova

La lezione di Stanislavsky e il drambalet

La lezione di Stanislavsky può essere riassunta nell’idea che l’attore non deve soltanto fingere le emozioni che andrà a recitare, ma sentire su se stesso ciò che il personaggio prova. L’attore deve comportarsi come se lui stesso dovesse affrontare o sostenere una determinata situazione.

Stanislavsky scrive due opere a riguardo: Il lavoro dell’attore su stesso (1938) e Il lavoro dell’attore sul personaggio (1957). Con questi testi inaugura il concetto di immedesimazione alla base del lavoro dell’attore. Tale idea verrà contrastata solo da Brecht con la sua tecnica dello straniamento.

Galina Ulanova porta questa lezione nell’ambito del balletto, interpretando ogni personaggio con un lirismo ancora oggi considerato affascinante. Negli anni Trenta questo drambalet (balletto drammatico) è ben visto dal regime sovietico. E la Ulanova con le sue capacità mimiche e di attrice riesce così a far fronte alle mancanze tecniche.

Questa idea ci allontana sicuramente dalla ricerca della perfezione o dal virtuosismo della danza attuale. Ma è vero che a volte la chiave della semplicità apre la porta all’emozione.

Galina Ulanova
Galina Ulanova in Giselle

L’Odette di Galina Ulanova

Galina Ulanova danza ne Il lago dei cigni coreografato da Agrippina Vaganova nel 1933.

La sua interpretazione è a metà strada tra una fanciulla prigioniera di un incantesimo e un uccello fiabesco. Il segreto di Galina è nel suo equilibrio emotivo, nella sua poetica vulnerabilità: ciò dà la possibilità al pubblico d’immedesimarsi facilmente. Inoltre, la mancanza di eccessi e di sensualità, a favore di una genuina interpretazione, è in linea con la società staliniana. Infatti, in questo periodo il governo russo non tollera eccessi sentimentali o sessuali difficili da controllare.

Negli anni Trenta, Galina Ulanova diventa così l’interprete ideale del balletto drammatico. Lei stessa in diverse interviste afferma di preferire tale tipologia di balletto alla danza moderna e ai balletti non narrativi.

Nessuno riesce ad affascinare di più il pubblico: la sua delicatezza e l’intensità espressiva ne fanno una stella del palcoscenico.

danzatori in prova
In prova con Lyudmila Semenyaka e Andris Liepa

Galina Ulanova e il Principe Filippo

La danzatrice Galina Ulanova è protagonista di alcune voci su una presunta relazione con il Principe Filippo, consorte della Regina Elisabetta II. Anche la serie Netflix, The Crown, enfatizza questo “tradimento reale” nella seconda stagione, in cui sembra che il Principe Filippo si sia infatuato della ballerina russa.

Di certo si sa che il Bolshoi Ballet partì per una tournée internazionale negli anni Cinquanta del Novecento, arrivando anche a Londra. Dove, nel 1956, la Ulanova danzò la sua versione di Giselle presso la Royal Opera House ottenendo un grande successo.

Tra il pubblico ci furono la Regina Elisabetta e suo marito Filippo. Nella serie Netflix, Elisabetta trova una splendida foto di Galina Ulanova, che le conferma i sospetti che già nutriva nei confronti del suo matrimonio. 

Nonostante non ci siano testimonianze di questa presunta relazione extraconiugale è interessante che all’interno della serie si faccia riferimento ad una delle danzatrici più importanti del XX secolo.

Scena di The Crown, Netflix

Matrimoni e vita sentimentale

“Probabilmente, non sono una persona semplice per natura, quindi la famiglia non ha funzionato. Tutti i miei mariti erano persone creative, di talento e molto interessanti. Mi hanno dato molto, mi hanno insegnato molto. Li ricordo con gratitudine.” Così dichiarò Galina Ulanova della sua vita sentimentale.

Il suo primo marito, a 17 anni, fu Isaak Mileikovsky, un insegnante di pianoforte: il matrimonio durò un anno. Poi ci fu l’attore e regista Yuri Zavadsky, con il quale visse per 30 anni, per arrivare ad una separazione tranquilla e pacifica. Successivamente l’attore sovietico Ivan Bersenev, s’innamorò a prima vista della ballerina e lasciò la moglie, con la quale era sposato da 35 anni. Ultimo marito di Galina Ulanova fu un artista del Teatro Bolshoi, Vadim Ryndin. Amava Galina, ma aveva anche la passione per l’alcool. Quindi, Galina tornò single e rimase senza figli, visto che all’epoca la danza non era compatibile con la maternità. Condivise però gli ultimi anni della sua vita con la giornalista di Tatiana Agafonova, che considerava come sua figlia adottiva.

Galina Ulanova
Galina Ulanova nel 1968

In ricordo dell’idolo

Nel 1960, Galina Ulanova dava l’addio alle scene con Chopiniana.

La leggendaria ballerina morì il 21 marzo del 1998 all’età di 88 anni e fu sepolta nel cimitero di Novodevichy. Su di lei sono stati creati il documentario “La solitudine della dea” e “Il mondo di Ulanova”, più numerosi libri, tra cui “Giorni con Ulanova” di Albert Kahn, “Non volevo ballare” di Saniya Davlekanovo e “Galina Ulanova” di Valerian Bogdanov-Berezovsky.

Tutto il mondo si è mosso in suo onore:

  • i coltivatori olandesi hanno creato dei tulipani Ulanova;
  • gli astronomi della Crimea hanno chiamato con il suo nome un nuovo asteroide;
  • la Banca Centrale Russa ha emesso una moneta preziosa con il suo profilo;
  • nel 2000 è stato creato un francobollo commemorativo russo con la sua immagine.

 

Inoltre, il suo appartamento è ora un museo che ne ricorda i fasti. Presenta quadri, sculture, lettere, fotografie e poster. La sua biblioteca preserva 2.400 libri.

mostra Mariinsky
Foto della mostra per le celebrazioni del 110mo anniversario, Mariinsky Theatre Museum, gennaio 2020

Per saperne di più:

Lei è il genio del balletto russo, la sua anima sfuggente, la sua poesia ispirata. Nei ruoli classici, Ulanova raggiunge una profondità espressiva senza precedenti nel balletto del XX secolo…

In copertina: Galina Ulanova come Giulietta nel film-balletto Romeo e Giulietta, 1952

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foto Galina Ulanova

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