Le origini della danza: la danza primitiva

Nella danza primitiva non esistevano i confini tra corpo e anima, tra sentimenti e finalità utilitarie. Nelle sue origini la danza portava potere e salute, evocava ed esorcizzava le forze della natura, guariva i malati ed era il legame che univa i defunti alla loro discendenza. Considerando questo l’anima traeva felicità e benessere dal movimento. E non c’era avvenimento nella vita dei popoli primitivi che non fosse consacrato alla danza. Essa era un rito, eseguito dall’intero gruppo per le forze naturali che costituivano il pubblico. Nell’assenza di lingua scritta, il rito era utilizzato come mezzo di trasmissione di tradizioni e conoscenze. Sarà solo nelle civiltà superiori, quando la danza diventerà arte e oggetto di spettacolo, che la sua influenza non andrà più alle forze divine ma all’uomo.
Il significato del corpo alle origini della danza primitiva
Lo strumento della danza è il corpo. Esso non può non comunicare e il suo linguaggio è una sorta di danza collettiva che i corpi eseguono sempre quando sono in presenza l’uno dell’altro. Quindi il corpo è un corpo sociale, ovvero appartiene ad una determinata società ben identificabile alla quale deve le sue forme e i suoi colori. Il corpo è lo specchio della cultura che lo circonda e che lo modella in base all’estetica corrente: il trucco, la chirurgia, la manipolazione con piercing, anelli, scarificazioni e tatuaggi, l’acconciatura, l’abbigliamento, permettono alla persona di parlare di sé attraverso il corpo. Come non esiste un corpo universale, non esiste neppure una danza primitiva universale, perché innumerevoli sono le variabili dovute al tempo ed al territorio.

La differenza dei movimenti nella danza primitiva
Nella danza primitiva possiamo distinguere i seguenti tipi di movimenti:
- movimenti ampi, generalmente eseguiti dagli uomini, in una forma di lotta contro la legge di gravità, che celebravano i salti come distaccamento dalle cose terrene;
- e movimenti stretti, eseguiti quasi sempre dalle donne, più a contatto con il suolo e con piegamenti ricorrenti.
Le varianti nella danza primitiva
Dalla differenza dei movimenti sono state suddivise anche varie danze primitive nelle seguenti categorie.
- Le danze convulse sono tipiche delle civiltà sciamaniche e appaiono nei luoghi dove stregoni o guaritori hanno il predominio degli stati ipnotici.
- Semiconvulse sono le danze che circoscrivono il movimento convulso ad una parte del corpo (tipo scuotere le mani ritmicamente) come per esempio nella danza del ventre.
- Danze armoniche o danze aperte sono quelle che si fanno notare per gli slanci verso l’alto ed in avanti delle gambe, per il calpestio ritmico, la flessione delle ginocchia e l’essenziale elasticità delle articolazioni.
- Chiuse sono le danze che propongono l’oscillazione del corpo, rimanendo fissi in un punto spaziale. Particolarmente calme e composte si avvicinano agli esercizi di flessione, che possono arrivare anche all’acrobatismo. Le braccia solitamente pendono dondolanti ai lati del corpo, ma anche questo movimento può produrre uno stato di estasi. Particolarmente importanti sono i movimenti di contorsione del bacino, per promuovere la vita e la crescita.
- Nelle danze sedute il centro dei movimenti è esclusivamente la parte superiore del corpo. Cerimonie nelle quali si rimane seduti e si muovono solo le braccia o le mani sono eseguite per lo più dalle donne. Questo ci ricollega al gioco dei bambini di battere le mani una contro l’altra, ovvero la primitiva danza delle mani.
- Le danze vorticose, come quelle dei dervisci, hanno un significato astrale: il sole, la luna e le stelle che girano. Il rito è estremamente antico e praticato in origine dalle donne, come espressione delle facoltà ricettive femminili. Infatti, le braccia in questa danza sono stese con le palme rivolte verso l’alto nell’atteggiamento di accogliere ed aprirsi. La forza generatrice s’impossessa del corpo e vi infonde lo spirito divino. La danza vorticosa è la forma più pura di abbandono.
- Nelle danze a torsione per la ricerca dell’estasi, il corpo esegue movimenti di tensione e di torsione contrari alle posizioni naturali.

Differenze tra la danza imitativa e la danza astratta
Due grandi categorie distinguono la danza primitiva analizzata finora: esiste una danza imitativa ed una non imitativa.
Per danza imitativa, anche detta simbolica, s’intende quella figurativa, in quanto tende ad anticipare con una pantomima gli avvenimenti. Come esempio, nella danza primitiva per la buona riuscita dell’evento si imitava l’animale, che veniva cacciato e catturato.
Quindi, la danza figurativa deriva dall’osservazione del mondo esteriore: qual è l’aspetto di un animale? Come si muove? Come lo si potrebbe imitare? Perciò è d’origine visiva e si potrebbe definirla estroversa.
Il danzatore viene posseduto dal ruolo: diventa animale, spirito e dio, agisce come farebbe l’essere che è divenuto. In tal modo, indossare la pelle di un animale era sufficiente per annullare l’io e infondere nella personalità del danzatore lo spirito dell’animale.
Invece la danza non imitativa è quella astratta, anche detta metaforica, che non imita forme della natura, ma si pone al servizio di un fine religioso, ed è quindi introversa. Questa, eseguita prevalentemente dalle donne, serviva ad elevare l’individuo ad uno stato magico di ebbrezza nel quale il danzatore trascendeva dalla materialità.
Perché la danza primitiva fa parte delle società?
Le danze primitive più importanti all’interno delle comunità erano quelle d’imitazione animale, di guarigione, di fertilità, d’iniziazione, nuziali, funerarie, di caccia e di guerra. Tutte erano legate sempre ad eventi della vita quotidiana.
Nelle danze d’imitazione animale, il danzatore era attratto dalle innumerevoli caratteristiche dell’animale, dal modo in cui si nutriva, andava all’attacco o fuggiva. L’uomo mostrava grande facoltà di osservazione e imitazione; le donne vi prendevano parte solo raramente.
Per le danze di guarigione interveniva lo sciamano dotato di poteri parapsichici contro gli spiriti che minacciavano il benessere dell’uomo. Spesso il malato veniva posto in mezzo ai danzatori in cerchio, i quali in uno stato di estasi scacciavano il male dal corpo del malato. A volte era lo stesso malato a danzare, in maniera che gli spiriti venissero espulsi attraverso il sudore.
Le danze di fertilità riguardavano sia le preghiere per un raccolto migliore, sia le rappresentazioni dell’atto sessuale.
La maggior preoccupazione era quella di avere piogge abbondanti per un buon raccolto o quella di infondere energie per la continuità della specie. In questo caso, nella rappresentazione mimata dell’atto sessuale non vi era nessun desiderio o eccitazione, ma solo l’idea della comunione con la natura.
Tra le danze d’iniziazione dedicate agli adolescenti troviamo quelle che accompagnano un tatuaggio, una circoncisione, la perforazione dei lobi dell’orecchio o la limatura dei denti. Questi riti erano sempre a scopo difensivo, contro i demoni che potevano indebolire i ragazzi nel momento critico della pubertà.
Al contempo, le danze nuziali avevano lo stesso scopo di passaggio da uno stadio della vita all’altro: trasmettevano l’energia vitale per la procreazione.
Danze primitive funerarie, di caccia e di guerra
Come danze funerarie ritroviamo il caratteristico girotondo intorno allo sciamano, al suonatore di tamburo, ma anche intorno ad un cadavere o ad un rogo con i resti del defunto. L’idea fondamentale restava sempre quella di stabilire un legame tra i vivi ed i morti, di permettere all’anima del defunto di trovare la giusta via.
Invece, nelle danze di caccia e di guerra a carattere imitativo era la rappresentazione coreografica del combattimento a determinarne la vittoria. Questa danza non poteva fare a meno delle armi; si richiedeva agilità, prontezza dei riflessi e precisione dei gesti. Spesso il gioco si trasformava in realtà di morte perché non si riusciva ad evitare di rimanere feriti.
Mentre le danze di caccia e guerra non imitative erano eseguite intorno ad una figura rappresentante un animale o una tavola imbandita. Inoltre, quando gli uomini partivano per la caccia e per la guerra, le donne che rimanevano a casa danzavano senza posa giorno e notte, con lo scopo di assicurare ai guerrieri la vittoria e la salvezza, agendo magicamente a distanza.

Le società primitive tra Patriarcato o Matriarcato
Un’ulteriore distinzione tra i vari tipi di danza primitiva si ritrova nella predisposizione societaria. I gruppi regolati dal patriarcato e quindi con l’influenza delle qualità maschili, mostrano un carattere violento, la tendenza al nomadismo, alla pastorizia e al culto del sole.
I gruppi matriarcali, con l’influenza dominante delle qualità femminili, sono predisposti ad essere pazienti, stabiliti, si dedicano all’agricoltura, al culto degli antenati e all’adorazione della luna.
Questi caratteri antitetici coesistono in ogni individuo e in ogni popolo: la loro combinazione è alla base di ogni società.
Raramente troviamo una tribù che possiede solamente danze imitative o solamente danze astratte. Ogni popolo, ogni individuo, comprende nel suo patrimonio vitale caratteri d’introversione ed estroversione. Proprio da questo dualismo si crea l’equilibrio.
Le prime forme spaziali nella danza primitiva
Nelle danze primitive la prima forma spaziale è il circolo: circondare un oggetto equivale a prenderne possesso. Quando gli uomini non si accontentarono più delle caverne e si misero a costruire capanne, diedero a queste una forma circolare.
La prima distinzione all’interno della danza in cerchio è quella tra forme semplici e complesse: nelle prime i danzatori conservano fino alla fine lo stesso posto fra i due vicini, nelle altre il posto viene scambiato continuamente in una specie di serpentina. Solo quando la danza diverrà spettacolo, abbandonerà la forma circolare per essere a favore del pubblico.

La danza primitiva era retribuita e poteva essere venduta
La danza primitiva non aveva bisogno di spettatori o di testimoni che non fossero le forze della natura. Solamente l’evoluzione l’ha pian piano trasformata in un’opera d’arte. Nella sua importanza particolare per la vita e la prosperità della tribù, la danza doveva respingere tutto ciò che era approssimativo e frutto dell’improvvisazione. S’imponeva agli eredi il rispetto delle regole trasmesse, poiché ogni errore avrebbe reso meno efficace l’azione magica della danza. Quindi, era necessario avere una perfetta padronanza dei movimenti. Una tale conoscenza, presso i popoli primitivi, era in genere limitata al gruppo familiare o ai vari nuclei tribali. Motivo per cui le madri insegnavano a danzare ai figli fin da piccoli e quando diventavano adolescenti venivano mandati presso i villaggi dove la danza aveva raggiunto forme più elevate. Una volta perfezionati, i giovani tornavano nel loro villaggio dove potevano svolgere il ruolo di primi danzatori o di maestri di danza. La rappresentazione di una nuova danza e il suo insegnamento venivano retribuiti.
Troviamo addirittura una forma di diritti d’autore per l’invenzione: ogni nuova danza poteva essere eseguita solo dal suo creatore e dai suoi discendenti oppure poteva essere comprata nella speranza di acquistarne l’azione magica. Ma questa era indubbiamente legata alla forza d’espressione della danza stessa.
Spettatori ed esecutori
Nella danza con la maschera (che ci riconduce al nostro carnevale, in cui ci si traveste per soddisfare l’antico impulso di cambiare personalità) non era l’intera tribù a partecipare: era riservata quasi esclusivamente agli uomini, ma non tutti avevano i requisiti necessari per poterla eseguire. Ogni società primitiva divideva quindi elementi passivi ed attivi, spettatori ed esecutori. Addirittura, si crearono dei posti rialzati riservati agli spettatori e l’esecuzione della danza avveniva su piattaforme in discesa. Nei popoli meno predisposti all’estasi delle danze con la maschera, le manifestazioni puntavano a mostrare la forza e le abilità fisiche. Virilità, prestanza ed elasticità diventarono così elementi spettacolari: il danzatore bravo era ricercato come amante e come sposo; danzare male era d’impedimento al matrimonio.
La storia creativa della danza primitiva non è mai stata superata. Forme, movimenti e motivi sono ancora oggi d’ispirazione alle più svariate forme di movimento.
Per saperne di più:
- Curt Sachs, Storia della danza, Il Saggiatore, Milano 1994
- Gino Tani, La danza e il balletto, Pratiche Editrice, Parma 1995
In copertina: danzatori durante una danza della leggenda della creazione di Wetr, Lifou, Nuova Caledonia, Francia © Oroffino Michel
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Serena Ceprani
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