Carmen: l’opera e il balletto

Carmen è una donna dallo spirito libero e coraggiosa che segue inesorabilmente il suo destino. Il triangolo amoroso tra lei, Escamillo e Don José si risolve nel peggiore dei modi: la morte.
La Carmen è stata rappresentata in diverse versioni nell’ambito coreutico dall’interpretazione di Roland Petit del 1949 a quella più contemporanea di Mats Ek. Un’opera in cui il tarlo della gelosia e il tradimento sono i veri protagonisti, lasciando in disparte il delicato sentimento dell’amore. Così la passione diventa desiderio, il desiderio gelosia e quest’ultima il pugnale che mette fine ad una vita. E in un attimo la storia di Carmen sembra subito una notizia di cronaca nera del XXI secolo ascoltata distrattamente alla tv.

Carmen: l’opera lirica
Carmen come dramma lirico in quattro atti s’inserisce nel genere dell’opéra-comique, ossia un genere operistico francese in cui vi erano dialoghi parlati. Henri Meilhac e Ludovic Halévy ne scrissero il libretto e il compositore Georges Bizet contribuì attraverso la scrittura musicale e del testo della Habanera, una danza popolare spagnola intitolata L’amour est un oiseau rebelle. La prima rappresentazione fu all’Opéra-Comique a Parigi il 3 marzo 1875, ma inizialmente non fu un grande successo, anche perché molti critici consideravano inadeguati i contenuti del libretto per il contesto teatrale. Inoltre, le sigaraie entravano in scena fumando e la morte della protagonista andava contro alle regole del lieto fine caratteristica d’obbligo nell’opéra-comique. Bizet morì tre mesi dopo, depresso e forse suicida, senza poter assistere alla successiva fortuna del suo lavoro, esaltato proprio per quel realismo psicologico che lo aveva condannato.
Il ruolo di Carmen comporta notevoli capacità drammatiche per trasmettere al pubblico la sua forza e la natura ribelle. La sua uccisione, in onore alle donne vittime del femminicidio, fu eliminata nel 2018 per il Maggio Musicale Fiorentino. In tale occasione il finale venne rovesciato e fu Carmen ad uccidere Don José, come reazione e critica alle tragedie del periodo.

La trama dell’opera
L’argomento è tratto molto liberamente dal romanzo di Mérimée. Carmen si suddivide in quattro atti:
I atto
Siviglia, 1820. Dinanzi alla fabbrica delle sigaraie c’è Don José, un soldato che è in attesa di Micaela, la sorellastra di cui è infatuato. Suona la campana ed escono le operaie, tra di esse c’è la bella zingara Carmen, donna forte e sospettata di contrabbando: per catturare l’attenzione di Don José, canta la Habanera e gli lancia un fiore. Successivamente in fabbrica Carmen accoltella una ragazza per un diverbio e viene imprigionata. Riesce a convincere Don José a lasciarla andare promettendogli l’amore.
II atto
Osteria di Lillas Pastia. Carmen confida alle sue amiche di essersi innamorata di Don Josè, motivo per cui non si lascia conquistare dal famoso torero Escamillo. Don José corre da lei e decide di unirsi agli altri contrabbandieri, tradendo così il suo ruolo di guardia militare.
III atto
Tra i monti, nel nascondiglio dei contrabbandieri, Carmen e José ormai litigano sempre e anche le carte predicono un’imminente sventura per gli amanti. Quando arriva Micaela con la notizia della morte della madre, José decide di partire, nonostante i dubbi sulla fedeltà di Carmen.
IV atto
Plaza de toros, Siviglia. Torna Don José e supplica Carmen di tornare con lui, ma lei è ora innamorata di Escamillo, che sta entrando fiero nell’arena per la corrida. Carmen getta via l’anello donatole mesi prima da José che, accecato dalla gelosia, la pugnala a morte. Gli applausi per la vittoria di Escamillo intanto fanno da sottofondo all’orrendo omicidio.

Il balletto di Roland Petit
Marius Petipa aveva già realizzato una Carmen et son toréro rappresentata a Madrid nel 1845.
Ma la versione più conosciuta e passata alla storia della danza è quella di Roland Petit. Il coreografo creò una sua versione coreografica di Carmen per la compagnia Les Ballets de Paris. Il balletto debuttò il 21 febbraio 1949 al Prince’s Theatre di Londra con costumi e scene realizzate dal pittore Antoni Clavé. Le musiche di Georges Bizet vennero arrangiate e orchestrate da Tommy Desserre. Una sensuale Zizi Jeanmaire (poi moglie di Petit) interpretava Carmen, mentre Roland Petit e Serge Perrault erano rispettivamente Don Josè ed Escamillo. Nel balletto le vicende si susseguivano in cinque quadri che andavano dalla conquista di Don Josè da parte di Carmen alla gelosia dello stesso per il torero, fino alla morte di Carmen che avviene durante un duello tra i due uomini.

La scena della camera da letto, quando nel terzo quadro Don José e Carmen diventano amanti, è la più famosa: viene affrontato il tema dell’erotismo in maniera molto ardita per l’epoca, tanto che le prime esibizioni furono ritenute scandalose. Inoltre, è interessante notare il taglio di capelli alla garçonne di questa Carmen, una figura fortemente androgina in corpetto e gonnellino cortissimo. Nel tempo lo scandalo si affievolì e il balletto ottenne un grande successo e diverse rivisitazioni.

La Carmen Suite di Alberto Alonso
Carmen Suite è invece il balletto in un atto creato dal coreografo cubano Alberto Alonso, fondatore del Ballet Nacional de Cuba e cognato di Alicia Alonso. Le musiche di Bizet vennero qui arrangiate dal compositore russo Rodion Shchedrin. La ballerina Maya Plisetskaya, moglie di quest’ultimo, fu la protagonista alla prima dello spettacolo, presso il Teatro Bolshoi di Mosca, il 20 aprile 1967. Anche questa volta lo spettacolo fu criticato per eccessiva sensualità e rischiò la censura.
Nel 2005, due anni prima di morire, Alonso creò una versione di Carmen Suite per Svetlana Zakharova, danzatrice riconosciuta come stella mondiale. L’interpretazione fu eccezionale, Svetlana danzava con il fatidico fiore rosso “la fleur” che è l’arma con cui seduce fin dall’inizio Don José e quindi il simbolo del suo temperamento spregiudicato.

La rappresentazione della Carmen in Italia
Al Festival dei Due Mondi di Spoleto, il 9 luglio del 1984 andava in scena una Carmen, ispirata al film Carmen Story di Carlos Saura, in cui si perdevano tutti i riferimenti spazio temporali a favore dei sentimenti.
Mentre Amedeo Amodio creava per l’Aterballetto nel 1995, una nuova Carmen che riprendeva un concetto narrativo: una violinista, che ha appena finito di suonare per una rappresentazione della Carmen di Bizet, si ritrova protagonista della vicenda che inizia sotto forma di sogno. Così la dimensione onirica dà il via agli intrighi della storia.
Eleonora Abbagnato, che fu Carmen nella versione del balletto di Petit del 2014 al Teatro Massimo di Palermo, proprio al termine della rappresentazione fu nominata étoile.
Il Teatro dell’Opera di Roma, nel 2019, ha proposto un nuovo allestimento della Carmen con le coreografie neoclassiche di Jirí Bubeníček e le musiche di Bizet, de Falla, Albénize e alcuni brani musicali di Gabriele Bonolis che ha arrangiato tutto in una storia molto diversa rispetto all’opera. Micaela ed Escamillo per esempio scompaiono, ma appare il marito di Carmen. Il lavoro si rifà più alla storia di Mériméee e meno all’opera lirica. I costumi di Anna Biagiotti mettono in risalto il carattere forte di una Carmen che indossa anche i pantaloni e non più solo gonne rosse e tutù.

La Carmen di Mats Ek
Questa Carmen fu creata nel 1992 per il Cullberg Ballet utilizzando la versione musicale di Shchedrin.
Il balletto ha inizio con Don José che sta per essere giustiziato per l’omicidio di Carmen e la vicenda si sviluppa attraverso una serie di flashback. Carmen con il sigaro manifesta la sua anima ribelle e forte, José è debole e cade vittima del suo fascino, mentre Escamillo è sicuro di sé: per lui Carmen è solo una delle tante. Tra i personaggi vi è anche M. la fidanzata di José la cui identità rimane però indefinita ed è per lo più simbolo della coscienza e della donna ideale. I costumi e le scenografie sono dell’artista svedese Marie-Louise Ekman. Gli abiti delle donne sono lucidi e colorati, mentre gli uomini sono vestiti con delle tute in lana grigia. I ballerini urlano e fumano sigari in una danza interpretativa e caratteriale tipica del coreografo svedese.

Altre famose versioni del balletto
Carmen ebbe un successo tale da ispirare diverse versioni coreografiche. Tra le più innovative ricordiamo:
- The Car Man di Matthew Bourne, creazione originale il cui punto di riferimento è Il postino suona sempre due volte di James M.Cain. La vicenda si svolge in uno spazio tra garage e tavola calda ed è connotata da forti scene di violenza e sesso. L’anteprima ci fu nel maggio del 2000 presso il Theatre Royal di Plymouth, ma lo spettacolo è in scena ancora oggi.
- Dada Masilo presentava nel 2014 la sua Carmen in prima nazionale per Romaeuropa Festival. In una coreografia che attinge dalla danza contemporanea, dalla tradizionale africana, dal flamenco e dal balletto classico, emerge un forte senso del branco e della componente animale che è nelle relazioni umane.
Per il Royal Danish Ballet Marcos Morau propone una Carmen che vede i protagonisti della storia lasciati in disparte a favore delle rappresentazioni dei simboli e della cultura spagnola attraverso scene cinematografiche. Infatti, il palcoscenico diventa il set di un film e le telecamere filmano la performance – con gli spettacolari costumi di Silvia Delagneau – che viene mostrata live sullo schermo.

Carmen ancora oggi affascina il pubblico con la sua forza e la sua sensualità. Questa storia piena di passione, tradimenti e morte ci immerge in una finzione più tangibile e vicina di quanto ci si possa aspettare.

In copertina: Ida Praetorius e Liam Redhead in Carmen, Royal Danish Ballet, 2018-19, Gamle Scene © Per Morten Abrahamsen
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Angela Ruscitti
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